Luigi De Magistris protagonista della puntata di Non è l’Arena di domenica 7 febbraio. Nel corso della trasmissione di La7, condotta da Massimo Giletti, si parla nuovamente delle rivelazioni contenute nel libro scritto dall’ex magistrato Luca Palamara insieme al giornalista Alessandro Sallusti, "Il Sistema". Il discorso si ferma su quanto accaduto nel 2007-08, quando De Magistris fu protagonista della cosiddetta “guerra tra procure”. In realtà, spiega l’attuale sindaco di Napoli, si trattò di una interferenza Politica del cosiddetto "Sistema" per bloccare la sua indagine anche su Romano Prodi e Clemente Mastella.

Il regista occulto di quella trama fu a suo dire l’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Dichiarazioni che provocano uno scontro epico in diretta tv con l’allora ministro della Giustizia Mastella.

De Magistris denuncia il ‘golpe istituzionale’

“I magistrati indipendenti devono garantire l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge”, spiega Luigi De Magistris durante Non è l’Arena. L’ex pm ricorda che durante “indagini molto delicate mi sono trovato a indagare sia esponenti del centrodestra che del centrosinistra”. Precisa però che “quando erano indagati esponenti anche apicali del centrodestra, e anche alcuni del centrosinistra più di livello locale, si susseguivano interrogazioni parlamentari, ispezioni ministeriali, però non c’era ancora il cortocircuito istituzionale che poi produsse una sorta di golpe istituzionale senza armi”.

Luigi De Magistris: ‘Mi trovai a indagare Prodi e Mastella’

La sua denuncia riguarda i fatti accaduti verso la metà del 2007, quando “mi trovai nell’ambito dell’inchiesta ‘Why not’ a indagare l’allora presidente del Consiglio Romano Prodi e anche l’allora ministro della Giustizia Clemente Mastella. A quel punto - ricorda De Magistris - c’è l’unione di tutte le correnti, perché Mastella era stato abile, al ministero aveva messo i riferimenti di tutte le correnti.

Scatta a settembre la richiesta del ministro del (mio ndr) trasferimento di urgenza. Ministro coinvolto nelle indagini che chiede il trasferimento del pm che indaga sul presidente del Consiglio che ha nominato quel ministro della Giustizia”, racconta indignato De Magistris.

‘Bollino finale messo da Napolitano’

Il sindaco di Napoli prosegue il suo intervento ricordando che, a quel punto, “si attiva il procedimento disciplinare (nei suoi confronti) e tutti sono d’accordo.

La procura generale della Cassazione, il ministero della Giustizia, l’ispettorato, le interrogazioni parlamentari, tutte le correnti". Poi dichiara: "E il bollino finale, io lo chiamerei il mandante di questa operazione o comunque chi dà la copertura finale è il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che era anche il presidente del Csm”, conclude De Magistris.