La conferenza stampa di Giuseppe Conte al Tempio Adriano è terminata da pochi minuti e l'ex premier si ritrova circondato da un gruppo di giovani attivisti: "Presidente, non ci abbandoni, non lasci la Politica!".

Sono giorni duri per Giuseppe Conte, che ha recentemente subìto un siluramento da parte del fondatore del Movimento 5 stelle Beppe Grillo, il quale ha scelto di affossarlo con un post lapidario sul proprio blog. "Conte non ha né visione politica, né capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione. In più il suo statuto è seicentesco.

Io questo l'ho capito e spero che possiate capirlo anche voi". Il messaggio ha causato un'implosione nel movimento e forti malumori tra gli attivisti e i parlamentari stessi, che vedevano l'ex presidente del consiglio incaricato come l'unico esponente dei 5 Stelle adatto per un rilancio del movimento.

La delusione dell'ex premier

Lo stesso Conte non nasconde la sua amarezza e dice di sentirsi tradito in quanto avrebbe "lavorato quattro mesi sulla rifondazione del movimento e di aver risolto il cavillo del rapporto con Casaleggio e le ambiguità della piattaforma Rousseau", analizzando inoltre tutti i dati degli iscritti al movimento. Per quest'ultimo si apre la possibilità di creare un suo partito ancorato al vasto campo del centrosinistra.

A Palazzo Madama, però, i contiani sono la maggioranza e di conseguenza le premesse per una durissima battaglia interna ci sono tutte: se da una parte ci sono i sostenitori di Conte, decisi a vendere la pelle dentro o anche fuori da movimento, dall'altra ci sono i fedelissimi a prescindere dal garante. Il fondatore rivuole Luigi Di Maio, mentre altri cercano Alessandro Di Battista.

È proprio Di Maio, assieme a Roberto Fico, a essersi speso in prima persona nel tentativo di ricucire il rapporto tra Grillo e l'ex premier. I due per il momento non si arrendono ma la loro mediazione non sembra portare agli esiti sperati.

Conte contro Grillo: 'Se il mio statuto è seicentesco, il suo è medievale'

Mentre i due duellanti, Conte e Grillo, continuano a dialogare via social, una parte del movimento chiede al comitato di garanzia - fondato da Vito Crimi, Roberta Lombardi e Giancarlo Cancellieri - di avvalersi dell'articolo 18 dello Statuto del 2017 per sfiduciare il garante, nell'intento di evitare una scissione che ormai sembra essere alle porte.

Intanto Conte ne approfitta per sfogarsi con i media e dichiara: "Il garante? Ha chiesto più che una diarchia ed è umiliante. Voleva decidere su molte cose. Se il mio statuto è seicentesco, il suo è medievale". E a chi gli chiede se ha intenzione di andare avanti, risponde: "Mai indietro. Il mio progetto politico è ambizioso e non resterà nel cassetto per l'opposizione di una persona sola". Per ora l'unica cosa certa è l'incertezza più assoluta sul destino del movimento. I big dei 5 Stelle, tra ministri e rappresentanti delle istituzioni, stanno ancora decidendo con chi schierarsi, ma sentono allo stesso tempo tutto il peso della figura e del ruolo del fondatore.