Negli ultimi 18 mesi gli eserciti hanno rovesciato i governi del Mali, del Ciad, della Guinea, del Sudan e infine del Burkina Faso, tutti nella zona del Sahel. Oltre 110 milioni di persone governate da militari. Una fascia di Paesi dalla costa dell’Atlantico al Mar Rosso interrotta solo dal Niger, dove il golpe è fallito. Ciò che preoccupa fortemente gli analisti e i governi occidentali è che i militari golpisti sono sempre più lontani dall’ex potenza coloniale (la Francia) e sempre più vicini alla penetrazione della Russia e della compagnia di contractor “Wagner”, già famosa per aver aiutato la campagna militare che Khalifa Haftar aveva lanciato nel tentativo di rovesciare il precedente governo di Tripoli.

In Mali, la giunta militare, ha dato un ultimatum all'ambasciatore francese concedendogli 72 ore di tempo a partire da ieri, lunedì 31 gennaio, per lasciare il paese. Dopo il recente golpe, il consiglio di sicurezza dell'Unione Africana ha votato la sospensione del Burkina Faso "da tutte le attività dell'Unione africana fino all'effettivo ripristino dell'ordine costituzionale nel Paese".

Burkina Faso

L’ultimo dei colpi di stato è quello avvenuto nel Burkina Faso il 23 gennaio 2022. Ha avuto inizio con degli spari scoppiati davanti alla residenza presidenziale nella capitale burkinabé Ouagadougou e in diverse caserme militari intorno alla città. I soldati avrebbero preso in poche ore il controllo della base militare nella capitale.

Tuttavia, il governo ha negato che ci fosse un colpo di stato in corso nel paese. Diverse ore dopo, il presidente Roch Marc Christian Kaboré fu segnalato come detenuto dai soldati nel campo militare della capitale. Il 24 gennaio, i militari annunciarono in televisione che Kaboré era stato deposto dalla sua posizione di presidente.

Dopo l'annuncio, i militari dichiararono che il parlamento, il governo e la costituzione erano stati dissolti. Il colpo di Stato fu guidato dall'ufficiale militare Paul-Henri Sandaogo Damiba. Secondo gli analisti e i media locali il colpo di stato avrebbe avuto origine dai malumori del popolo burkinabé che riteneva il governo incapace di contrastare il terrorismo di matrice islamica perpetrato per mano di al-Qaeda e dello Stato Islamico.

Questo ha causato il malcontento anche tra i ranghi militari, i cui membri hanno criticato la mancanza di impegno del governo nel combattere i gruppi jihadisti.

Mali

Il colpo di stato maliano del 2021 è iniziato la notte del 24 maggio 2021 quando l'esercito maliano guidato dal vicepresidente Assimi Goïta ha catturato il presidente Bah N'daw,il primo ministro Moctar Ouane e il ministro della difesa Souleymane Doucouré. Assimi Goïta, il capo della giunta che ha guidato il colpo di Stato maliano del 2020, ha annunciato che N'daw e Ouane sono stati privati dei loro poteri e che nuove elezioni si terranno nel 2022. È il terzo colpo di stato del paese in dieci anni, dopo i golpe militari del 2012 e del 2020, quest'ultimo avvenuto solo nove mesi prima.

La giunta guidata dal colonnello Assimi Goita in questi mesi ha rinviato a data da destinarsi le nuove elezioni politiche e non ha chiarito quando ha intenzione di trasferire il potere ai civili. Nel frattempo, ha firmato contratti con la società di mercenari russi Wagner, vicina al Cremlino, riceve appoggio politico dalla Russia e ha iniziato a chiedere alle forze europee dell'operazione Barkhane guidata dalla Francia di lasciare il Paese. In tutta la regione del Sahel c’è un forte sentimento antifrancese, alimentato anche dalla propaganda russa.

L’insuccesso francese, le ingerenze russe

Se c’è un denominatore comune tra tutti i colpi di stato nel Sahel è proprio questo: l’inefficacia delle operazioni militari francesi nel contrastare il terrorismo islamico.

La Russia ha colto a pieno l’opportunità inviando nel continente diplomatici di grande esperienza e contractor specializzati in operazioni antiterrorismo. Inoltre, Mosca ha saputo fomentare una crescente insoddisfazione popolare nei confronti della Francia tramite una costante operazione di propaganda anticolonialista.

In Mali, per garantire la sicurezza nel paese davanti alla crescente minaccia di gruppi armati, il governo golpista di Bamako ha messo sotto contratto un contingente di contractor della Wagner anziché richiedere l’intervento del contingente internazionale ONU Minusma (United Nations Multidimensional Integrated Stabilization Mission in Mali). La scelta è stata criticata fortemente da sedici paesi europei per due motivi: il primo riguarda il costo dell’operazione: 10 milioni di dollari al mese contro l’intervento gratuito di Minusma; il secondo riguarda il timore che la crescente presenza della Wagner possa aumentare l’influenza russa in Africa.

È bene ricordare che la regione del Sahel è una zona ricca di giacimenti di risorse minerali. In particolare, in Mali, le miniere di litio non sono sfruttate a piena capacità. Questo lascia intendere che il motivo della presenza russa nel territorio non riguarderebbe la sola protezione militare, ma mirerebbe all'instaurazione di rapporti commerciali con il governo maliano approfittando della rottura della ex colonia con Parigi.