È stato rinviato al prossimo mercoledì 6 luglio il faccia a faccia tra il presidente del consiglio Mario Draghi e il leader del M5S Giuseppe Conte. La visita ufficiale di Draghi in Trentino, sui luoghi della tragedia della Marmolada, ha fatto slittare l’incontro già fissato in agenda. Per l'occasione è stato procrastinato anche il Consiglio nazionale del movimento pentastellato.

Rinviato il faccia a faccia tra Draghi e Conte per la visita istituzionale a Canazei

Questa mattina lo stesso Conte ha dato la sua disponibilità al rinvio, dopo aver saputo direttamente dal Presidente del Consiglio della sua visita presso Canazei.

La notizia inaspettata ha fatto slittare anche il Consiglio nazionale del M5S.

Atteso da giorni, il confronto tra i due del 6 luglio dovrebbe essere risolutivo in un senso o nell'altro dopo le frizioni delle ultime settimane.

La smentita di Draghi: 'Mai chiesto a Grillo di far fuori Conte dal M5S'

Nell' incontro il Presidente del Consiglio Draghi ascolterà le richieste politiche avanzate da Conte. Verrà sicuramente confermata dallo stesso Premier la propria totale estraneità circa le voci che lo vedevano protagonista della richiesta a Beppe Grillo di “far fuori” l'ex premier dalla guida del movimento pentastellato. Le indiscrezioni rivelate dal sociologo Domenico De Masi, riguardavano le parole che gli avrebbe detto Beppe Grillo, riguardo delle presunte pressioni ricevute da Draghi per rimuovere Conte dalla presidenza del movimento.

Non si esclude neanche che la discussione verta sull'uscita del Movimento Cinque Stelle dall'Esecutivo, per appoggiare esternamente il governo Draghi. Questa ipotesi, oramai da giorni, circola nelle aule parlamentari e dintorni . I cosiddetti ortodossi pentastellati, infatti, starebbero pressando il Presidente Conte affinché si arrivi a questo epilogo.

Appoggio esterno del M5S al Governo? Potrebbe terminare prematuramente la legislatura

L’eventuale decisione di un appoggio esterno, seppur non determinante sul piano dei numeri parlamentari, potrebbe sul piano politico comprometterebbe la tenuta dell’attuale governo e in prospettiva anche determinare l’ipotetica fine prematura della legislatura (la cui scadenza naturale sarebbe a marzo 2023).

Su questa paventata ipotesi sarebbero contrari il Presidente Mattarella, lo stesso Draghi, il Pd e l’attuale ministro degli esteri Luigi Di Maio, fuoriuscito due settimane fa dal M5S, per dare vita al gruppo "Insieme per il futuro".