Il dibattito al Senato sulla crisi in Medio Oriente e sul conflitto Israele-Hamas avvenuto nelle scorse ore ha visto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, illustrare la posizione del Governo italiano. Un passaggio del suo intervento ha generato particolare attenzione: l'ipotesi che l'amministrazione USA di Donald Trump possa contribuire ad attuare una "svolta storica" nella crisi di Gaza.

Tajani: 'Riconoscimento Palestina vicino'

"Il successo di pacificazione attuato dagli Usa potrebbe veramente cambiare il volto del Medio Oriente", ha sottolineato il ministro.

La prospettiva di un rinnovato e potenzialmente pragmatico impegno di Washington è vista come un elemento cruciale sia per far terminare le sofferenze all'interno della Striscia di Gaza sia per assicurare a entrambi gli Stati una reciproca sicurezza.

Il Governo italiano insomma ripone fiducia in un'accelerazione guidata dagli Stati Uniti per concretizzare l'obiettivo irrinunciabile della "soluzione dei due Stati". "Il riconoscimento dello Stato Palestinese è molto vicino", ha affermato Tajani.

"L'Italia ha sempre avuto l'obiettivo di mantenere vivi i rapporti tra la Palestina e Israele", ha dichiarato infine il ministro degli Esteri.

L'impegno diplomatico italiano

La diplomazia italiana, come ribadito dal ministro, si muove su un doppio binario.

Da un lato, il sostegno politico alla soluzione dei due Stati; dall'altro, l'impegno prioritario per l'assistenza umanitaria alla popolazione civile di Gaza.

Tajani ha sottolineato che l'urgenza degli aiuti non può essere messa in discussione, indipendentemente dai risvolti politici e che l'Italia intende mantenere un ruolo di mediatore e facilitatore, pronta a collaborare con la nuova amministrazione USA per capitalizzare ogni potenziale "svolta storica" e spingere per un cessate il fuoco stabile. Il prossimo passo sarà monitorare le mosse della Casa Bianca per allineare gli sforzi internazionali.

Le polemiche per i banchi semivuoti

Nonostante la rilevanza della relazione di Tajani, l'Aula del Senato è risultata essere "semi vuota", soprattutto per quanto riguarda i senatori della maggioranza.

Questa scarsa affluenza ha sollevato delle polemiche da parte delle opposizioni, che hanno evidenziato una presunta mancanza di attenzione e di serietà della maggioranza parlamentare sulle questioni internazionali.