Tra Roma e Milano c'è sempre stato, sin dall'Unità d'Italia, un certo spirito di competizione. Da un lato Roma, capitale politica per la sua storia, le vicende papali e risorgimentali; dall'altro Milano, capitale economica per la sua effervescenza e dinamicità. Negli anni entrambe, tramite le varie amministrazioni locali che si sono susseguite, hanno esaltato i rispettivi pregi, mettendo in evidenza le pecche della storica rivale.

Ma oggi siamo arrivati al paradosso: l'Acer (Associazione Costruttori Edili Romani), come riporta il quotidiano "Il Tempo", ha proposto, tramite la sua rivista interna, di spostare la capitale della Repubblica italiana da Roma a Milano.

E non l'ha fatto con un semplice articolo, ma dedicando l'intero numero della propria rivista a questa proposta chiaramente provocatoria.

La provocazione è stata lanciata in grande stile, mettendo a confronto i pareri di diversi professionisti del settore - alcuni anche molto autorevoli - tra imprenditori, architetti ed esperti di urbanistica. La domanda rivolta ad ognuno di loro era: cosa rende le due città distanti anni luce l'una dall'altra?

La provocazione vuole spingere a prendere decisioni forti

Non viene messa in discussione la storia di Roma, poiché da questo punto di vista è inarrivabile, e il suo appeal turistico, costante anno dopo anno, lo sta a dimostrare. Ma secondo l'associazione dei costruttori romani i paradigmi principali che la capitale di uno Stato moderno dovrebbe avere sono cambiati profondamente in relazione al progresso, alla globalizzazione e anche, purtroppo, alla peggiore crisi economica che si sia mai dovuta affrontare.

Lo scopo della provocazione è riassunto bene da una battuta del presidente dell'Acer, Edoardo Bianchi, secondo il quale, Roma deve "dotarsi di una sua vision del futuro". Ed è proprio questo che i costruttori romani rimproverano agli amministratori capitolini del passato e del presente, in primis alla sindaca Virginia Raggi, ovvero di aver lasciato Roma e i romani in uno stato quasi soporifero, catatonico.

C'è da dire, ad onor del vero, che Milano, soprattutto in quest'ultimo anno, ha tratto un enorme vantaggio dal flusso di denaro ricevuto a seguito degli investimenti per l'Expo e dall'enorme afflusso di turisti che ne è derivato. A Roma, in particolare, viene rimproverato di non essere una realtà in grado di attrarre gli investimenti privati a differenza del capoluogo lombardo.

I cantieri fermi - se si pensa ad esempio al recente Giubileo della Misericordia - sono decine, se non centinaia. Ecco quindi da dove deriva lo sconforto di molti operatori edili e di molte imprese del settore.