Nel corso della puntata del 15 ottobre de Le Iene, Nadia Toffa ha realizzato un servizio sul virus Ebola che negli ultimi mesi si sta diffondendo in modo esponenziale in tutto il pianeta, registrando un numero elevato di morti in Africa, in Usa e anche in Europa. Il virus fu scoperto nel 1976 in Congo e la prima epidemia provocò la morte di 280 persone; in seguito ci furono altri focolai in Sudan, Gabon e Uganda, ma in tutti i casi il virus colpì dei piccoli villaggi, lontani dalle grandi città. Quella che stiamo vivendo è la più grande epidemia della storia con 8000 casi di contagio e 4000 morti e con una percentuale di sopravvivenza del 50%.

Come si manifesta?

Il virus Ebola è estremamente aggressivo per l'uomo.

Parte come se fosse una normale influenza, ma in realtà si tratta di una febbre emorragica che causa il sanguinamento degli organi interni. Il sangue comincia ad uscire dal naso, dalla bocca, dalle orecchie e anche tramite il vomito e la diarrea (in alcuni casi anche dagli occhi, dalla lingua e dalla pelle). In questo modo il corpo si disidrata, gli organi collassano e arriva la morte.

Come è nato e come si è diffuso?

Il virus Ebola nasce da alcune specie di pipistrello della frutta che vivono principalmente nelle foreste africane e sono portatrici del virus. La sua diffusione può avvenire in tre modi, secondo quanto afferma il prof. Massimo Galli:
  1. mangiare il pipistrello: ci può sembrare strano, ma in Africa sono soliti mangiare questi animali. In molti casi la diffusione è avvenuta durante il processo di macellazione dell'animale e con il conseguente contatto con il suo sangue;
  2. mangiare o toccare frutta con escrementi di questo pipistrello;
  3. mangiare un animale infettato, come le antilopi, gli scimpanzè o i gorilla.

La trasmissione del virus avviene tramite fluidi corporei, come il sangue, il sudore, la saliva e gli escrementi. Da quando si viene contagiati a quando la malattia si manifesta passano dai 2 ai 21 giorni.

E l'Italia è preparata?

Stando alle parole della Lorenzin, negli aeroporti di Fiumicino e Malpensa il numero dei medici a disposizione è salito rispettivamente a 6 e a 7, ma Nadia Toffa ha potuto constatare che si tratta di mera disponibilità dei medici e non di una loro presenza fisica. Però, almeno l'aeroporto di Malpensa è dotato di uno spazio di isolamento riservato ad un intero aereo, di 3 ambulatori medici e di 3 camere con 5 posti letto.