Già qualche anno fa è stato lanciato un allarme che ledeulteriormente il maschio latino che sembra già in crisi, se non in estinzione.Ora la notizia sta di nuovo circolando, scatenando la curiosità e un dibattitosul web. Il pene dei giovani sarebbe più piccolo di quello dei loro nonni, diuno o addirittura due centimetri. La notizia è apparsa sul Telegraph, con untitolo che è tutto un programma e che anticipa il suo contenuto. Poi nell’articolo si legge che la lunghezza media attuale è stimataintorno ai tredici centimetri, e sebbene gli uomini vivano più a lungo, sonoanche più grassi e soffrano di malattie croniche come il diabete, che pesanegativamente sulle erezioni.

Ma le teorie sull’argomento sono varie.

Il libro

A suffragio di questa tesi c’è anche il libro TheFeminization of Nature, della scrittrice britannica Deborah Cadbury, secondocui l’accorciamento sia da imputare a sostanze e composti chimici, presenti nelle plastiche di molti oggetti che usiamo nel quotidiano, che inciderebberonegativamente sull’equilibrio ormonale.

Diabete e colesterolo

Il dottor Carlo Foresta, dell’Azienda ospedalierauniversitaria di Padova, punta il dito contro i fattori ambientali e gli stilidi vita, i quali sarebbero molto più negativi rispetto al passato e dunqueinciderebbero negativamente sullo sviluppo del pene. Ma ciò incide anche sugliadulti, con patologie quali obesità e diabete, che incidono sul testosterone.

Punta il dito su queste ultime anche l’ urologo-andrologoGabriele Antonini, perché incidono sulla salute dei vasi sanguigni, con effettinegativi sull’erezione e la lunghezza del pene.

Conclusioni

Insomma, la mascolinità moderna è messa a dura provadall’alimentazione sbagliata e dai materiali che utilizziamo tutti i giorni.Comunque, queste teorie vanno prese anche con le molle, visto che gli stessistudiosi ammettono che i dati relativi alle dimensioni dei nostri avi sonoscarsi. Infine, riecheggia sempre la solita domanda che spaventa i maschi: ledimensioni contano?