È di oggi la notizia di un infermiere italiano risultato positivo al test per il virus Ebola. L'infermiere aveva prestato servizio di volontariato in Sierra Leone. Stando a quanto si apprende dal sito dell'Ansa, il test è stato effettuato a Roma, nei laboratori del centro "Lazzaro Spallanzani", su di un campione di sangue dell'infermiere, che era stato prelevato in Sardegna e successivamente inviato ai laboratori della capitale per l'esame più approfondito.
Il caso
L'infermiere era tornato in Sardegna lo scorso 8 maggio, dopo aver prestato servizio in Sierra Leone, dove aveva lavorato assistendo i pazienti affetti dal terribile virus nel centro di cura dei malati di Ebola.
I primi sintomi si sono manifestati nella sera di domenica 10 maggio con febbre elevata (39°); fortunatamente l'infermiere stava auto monitorando la propria situazione di salute, proprio come previsto dalle linee guida e dai protocolli del Ministero della Salute e di Emergency, stilati appositamente per controllare questo tipo di situazioni. Ciò nonostante, a partire dal suo arrivo a casa, l'infermiere ha avuto diversi contatti con alcune persone; non è perciò chiaro il quadro totale della situazione e, volendo comunque evitare ogni tipo di inutile allarmismo, non si può escludere che un'altra persona possa essere stata contagiata. In una nota rilasciata dall'Azienda ospedaliero universitaria di Sassari, infatti, si rende noto che sono state attivate delle misure precauzionali a carico delle persone venute a contatto con l'infermiere italiano, che si specificano comunque essere "pochissime".
L'infermiere, che è così diventato "paziente", è stato ricoverato nell'ospedale di Sassari, dove si trova tutt'ora da 48 ore, in attesa di un successivo trasferimento in un ospedale di Roma, il "Lazzaro Spallanzani". Le sue condizioni sono stabili e non destano particolare preoccupazione al momento, dato che i suoi parametri vitali rientrano nella norma.
Il controllo del suo stato di salute è comunque continuo ed attento. Al momento è stato sottoposto ad una terapia antipiretica, per il controllo della temperatura ed a copertura antibiotica; i medici si riferiscono alla situazione come "sotto controllo".