Uno studio pubblicato qualche giorno fa sulla rivista Nature Communicationsha dimostrato cheun farmaco comunemente usatodai pediatri per curare l'asma cronica, è in grado di ringiovanire il cervello. Il farmaco si chiamamontelukaste migliora i sintomi dell'asma, bloccando l'azione di alcune sostanzeinfiammatorie, dette leucotrieni eprodotte dall'organismoa seguito diuno stimolo ambientale potenzialmente nocivo, come un virus o un allergene. La scoperta potrebbe rappresentare una svolta nell'approccio terapeutico alla demenza senile, condizione sempre più diffusa, dato l'innalzarsi dell'aspettativa di vita della popolazione.

Perché il cervello invecchia?

L'invecchiamento cerebrale e il declino della capacità di apprendere e ricordare sono dovuti principalmente a quattro fattori: uno stato di infiammazione cronica del tessuto nervoso, dovuto al rilascio incontrollato di alcune sostanzeda partedelle cellule immunitarie poste a difesa del cervello e indicate nel loro insieme con il termine microglia; una ridotta densità dellesinapsi, ovvero delle connessioni tra i neuroni; una progressiva degradazione della barriera ematoencefalica, il filtro che separa i neuroni dal sangue e li protegge dalle sostanze tossiche circolanti; un deficit della produzione di nuove cellule nervose. I leucotrieni, le molecole responsabili dell'asma cronica, svolgerebbero un ruolo chiave nell'invecchiamento cerebrale perché tendono ad attivare la microglia e, dunque, a mantenere uno stato di infiammazione cronica.

Il montelukast contrasta l'invecchiamento del cervello.

"Sulla scorta dei numerosi dati già pubblicati" spiegaLudwig Aigner, a capo di un gruppo di ricercatori austriaci e italiani "abbiamo voluto testare gli effetti del montelukast sull'invecchiamento cerebrale in topi anziani. Abbiamo così dimostrato che il montelukast riduce i livelli di infiammazione del tessuto nervoso, ricostruisce la barriera ematoencefalica e aumenta la generazione di nuove cellule nervose".

Quindi il montelukast è in grado di inibire almeno tre dei quattro fattori responsabili dell'invecchiamento cerebrale.

Inoltre, i ricercatori hanno individuato il recettore per i leucotrieni, attraverso cui si esplica la gran parte delle funzioni antinvecchiamento del montelukast, ovvero il recettore GPR17. "Il risultato davvero importante - concludeLudwig Aigner - è che l'azione del montelukast sul tessuto nevoso e sulla barriera posta a sua protezione si traduce nel miglioramento di alcune funzioni cognitive come la memoria e l'apprendimento nei topi anziani".

Lo studio spiana la strada a nuovi trattamenti farmacologici delle demenze che accompagnano l'invecchiamento. Tali terapie potrebbero prevedere l'impiego diretto del montelukast, dato che il farmaco è sul mercato da tempoed è ormai libero da brevetto. Naturalmente, il ricorso a questo medicinale negli anziani per rallentare il declino cognitivo dovrà necessariamente passare al vaglio di seri e affidabilistudi clinici.