Vittoria(nome fittizio)ha sedici anni e combatte la sua battaglia nella struttura ospedaliera di Perugia, dove dovrà rimanere ricoverata per alcune settimane. La fase acuta della malattia la costringe in un letto d’ospedale e i medici che la seguono, hanno ritenuto opportuno far rimanere in sua compagnia il suo piccolo cucciolo di labrador, di sei mesi,Emily. Un supporto importante per Vittoria, che dovrà affrontare un periodo difficile e lungo di assistenza.

Emily, un valido supporto alle cure

Come sostengono i medici, la ragazza sembra aver trovato beneficio dalla presenza del suo cucciolo, che non costituisce una terapia alternativa ma un valido aiuto alle sue cure.

”L’obbiettivo che occorre individuare per questi pazienti, è quello di distogliere l’attenzione dal cibo ed impegnare così il tempo in attività che abbassano il disagio e valorizzano sentimenti di serenità e di gioia –afferma il dottor Simone Pampanelli- . La paziente ha tratto sicuro giovamento dalla presenza del suo animale nella sua stanza di degenza. Il suo percorso assistenziale sarà lungo, dovrà rimanere ricoverata per diverse settimane per poi proseguire un trattamento psicoterapeutico, che potrà durare anche alcuni anni, ma la sua condizione attuale ci autorizza ad essere fiduciosi per il futuro”.

L'entusiasmo di Vittoria

Vittoria frequenta il terzo anno delle scuole superiori ed è ricoverata nella struttura di Santa Maria della Misericordia,dove vengono riservati due posti letto per pazienti che soffrono di disturbi alimentari in fase acuta.

Martedì mattina la ragazza ha dato il benvenuto a Emily nella sua stanza piena di peluches, mostrando un visibile entusiasmo : ”Emily mi infonde tanta serenità, sentivo la sua mancanza, il desiderio di accarezzarla perché lei per me è molto importante, mi aiuta a stare meglio”.

L'importanza di un clima favorevole

Uno stato d’animo che in qualche modo rassicura anche i genitori che hanno mostrato gratitudine nei confronti dell’equipe medica, attenta alle esigenze della ragazza e agli effetti positivi che questa decisione potrebbe portare.

Fermo restando che fondamentale nella cura dei disturbi alimentari è la volontà da parte del paziente di affidarsi alle cure di specialisti e intraprendere così un cammino terapeutico duro e molto faticoso, riuscire a creare un clima favorevole, nelle strutture ospedaliere e riabilitative, fatto di cooperazione e ascolto reciproco, è un altro aspetto imprenscindibile. Una storia drammatica, quella di Vittoria, che si aggiunge a quella di tante altre persone malate di DCA, ma che mostra i giusti presupposti perché abbia un lieto fine.