Come non bastassero le apprensioni dovute al pericolo terrorismo, la Francia deve far fronte a una nuova minaccia: l'aviaria. Ricordiamo che l’Influenza è una malattia infettiva contagiosa altamente diffusiva, dovuta ad un virus influenzale che colpisce diverse specie di uccelli selvatici e domestici. Il virus può essere trasmesso anche all'uomo, come confermato definitivamente a partire dal 1997, quando si è verificato il primo caso di diffusione più esteso, che coinvolse buona parte dell'est-asiatico, ma anche centro e sud America, Canada, Australia e alcuni paesi europei (Olanda, Belgio e Germania).

La più grave peste si è verificata però nel 2003 nel sud-est asiatico ed è ancora in atto. Ha coinvolto sinora più di 150 milioni di volatili, giungendo anche in Europa e in Italia, soprattutto in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. I sintomi nell'uomo possono andare dalla quasi impercettibilità fino alla morte, coinvolgendo soprattutto gli apparati respiratorio, digerente e nervoso.

In Francia torna l'incubo aviaria dopo 7 anni

Dopo questa doverosa premessa su cosa sia l'aviaria e come si è manifestata in modo grave nell'ultimo ventennio, torniamo alla Francia, dove non si manifestava dal 2007. Nello stato francese, l’ultima epidemia risale al 2006 e coinvolse 64 aziende agricole, site soprattutto nella regione del Rodano.

Gli ultimi casi isolati si sono verificati in Mosella nell'estate del 2007. Ora invece un nuovo focolaio di epidemia si è verificato a Biras, tra Perigueux e Brantome. Il ministro dell’agricoltura francese ha convocato una riunione d'urgenza del Comitato nazionale di orientamento della politica sanitaria animale. Vediamo come stanno le cose.

La zona colpita e le precauzioni

Come detto, il nuovo ceppo di aviaria si è verificato nel dipartimento sud-occidentale di Dordogna, vicino a Bordeaux, ed è stato rivelato ieri e ufficializzato dalla prefettura locale. Il ceppo è stato descritto come 'altamente patogeno per il pollame'. Non a caso le autorità sanitarie hanno subito preso le dovute contromisure, tra cui un monitoraggio costante del bestiame in un'area tra i 3 e i 10 chilometri dal ceppo.

Ma si presume che sarà ulteriormente ampliato. La casistica dimostra come questo tipo di influenza si diffonda velocemente, anche grazie ai volatili selvaggi autentici vettori tra zone diverse. E dimostra anche quanto occorra intervenire subito per stroncare i focolai alla nascita. Data la vicinanza geografica ai transalpini,l'Italia corre seri e immediati rischi. Le Regioni del Nord Italia hanno già pagato in passato.