Cosa non facciamo per avere un peso forma? Dietologi, diete più o meno personalizzate, più o meno discutibili e, soprattutto, spesso legate alla moda del momento. Poi c’è l’attività fisica - dalla passeggiata allo sport vero e proprio - componente indiscutibilmente fondamentale sia per tenere a bada il peso che per assicurarsi uno stato di buona Salute. Ma sul fronte dell’alimentazione i rischi di divagare sono piuttosto elevati. Spesso si cercano alimenti, integratori e farmaci non sempre veramente efficaci. Perdendo di vista anche la nostra cultura e le nostre tradizioni.
Ora arrivano i risultati di una ricerca che ci ricordano la bontà della dieta mediterranea e della pasta.
Un piatto di pasta non ingrassa, anzi fa bene
Sono stati i ricercatori del Dipartimento di Epidemiologia all'Ircss Neuromed, Pozzilli (Isernia), a condurre uno studio epidemiologico, coordinato da Licia Iacoviello, del Laboratorio di Epidemiologia molecolare e nutrizionale.
Due gruppi di volontari sono stati oggetto di questo studio, il primo costituito da circa 24 mila cittadini residenti nel Molise, arruolati nel periodo 2005-2010 per il progetto Moli-sani, di cui solo 14 mila (metà uomini e metà donne) rimasti fino al termine dello studio. Il secondo progetto, The Italian Nutrition & Health Survey (INHES), ha visto coinvolte persone residenti in vari territori italiani, intervistate telefonicamente, e poi monitorate nel tempo, su abitudini alimentari e dati antropometrici.
L’obiettivo di questa ricerca era valutare il legame tra l’assunzione di pasta, all’interno di una classica dieta mediterranea, e una serie di indicatori antropometrici come l’indice di massa corporea, il rapporto vita-fianchi, la circonferenza vita e fianchi oltre al peso (sovrappeso e obesità).
Contrariamente a quanto da più parti viene erroneamente sostenuto, i dati antropometrici dei soggetti che consumavano pasta, non portava ad alcun aumento del peso corporeo.
Anzi, era possibile il contrario, cioè chi seguiva una dieta prevalentemente a base di pasta poteva vedere anche una riduzione del proprio peso. Anche l’indice di massa corporea, circonferenza vita e rapporto vita-fianchi si manteneva sotto controllo se non addirittura migliorava.
Bisogna fare attenzione alle mode del momento
Non solo le mode tendono a enfatizzare il consumo di certi alimenti, ma possono anche denigrare il consumo di altri. E tutto questo non su basi scientifiche. Negli ultimi anni si è fatta strada la tendenza aconsiderare la pasta come un alimento che fa ingrassare. Lo stesso avviene con il pane. Duealimenti base della dieta mediterranea. E così, di anno in anno, il consumo di questi prodotti va progressivamente riducendosi a favore di altri, ritenuti "più salutari".
C'è unaltro studio, pubblicato recentemente su The Lancet Diabetes & Endocrinology, primo autore Ramon Estruch, del CIBER OBN-Università di Barcellona in Spagna, sui grassi sani della dieta mediterranea.
L’autore sostiene che le attuali linee guida -che raccomandano diete con poche calorie (ipocaloriche) e pochi grassi (ipolipidiche) - sono errate in quanto suggerirebbero di abbandonare i classici ingredienti della dieta mediterranea e questo contrariamente alle evidenze scientifiche.
Gli esperti diScienza della Nutrizione invitano a scegliere calorie derivanti da frutta, noci, oli vegetali, cereali integrali, verdure, fagioli, pesce (ricchi di omega-3), yogurt. Da evitare grassi derivanti da burro, carni lavorate, bevande zuccherate, dessert, alimenti fast-food.
Sono quarant’anni che si sente parlare di diete ipocaloriche ed ipolipidiche eppure l’impatto sulla popolazione, dei livelli di obesità, è stato veramente minimo.
Negli stessi anni molte ricerche dimostravano la bontà della dieta mediterranea, anche se non ipocalorica e ipolipidica, ma in grado di assicurare una riduzione dei tassi di mortalità e di incidenza di malattie cardiovascolari e cancro. Eppure questa “non era di moda”, perché propensi a seguire lo strillone di turno.