Sindrome reumatica di tipo infiammatorio, colpisce 3 milioni di persone solo in Italia; si manifesta con dolore ai muscoli, legamenti e tendini, in nove punti bilaterali del corpo, detti trigger points. La terapia farmacologica a base di antiinfiammatori, cortisonici, ansiolitici, antidepressivi e miorilassanti, spesso risulta essere mal tollerata o efficace solo per brevi periodi.

Ma l’alimentazione può avere un effetto nei soggetti con fibromialgia?

I ricercatori del Department of Nutrition, Federal University of Paranà, Curitiba, Brazil hanno condotto uno studio su 38 donne con fibromialgia e 35 di controllo (età media 48 anni), nelle quali hanno analizzato il numero di trigger points, la soglia del dolore, lo stato nutrizionale, il consumo di micronutrienti ossidanti e la qualità della vita.

Il gruppo con fibromialgia ha rivelato una carenza di vitamine e selenio rispetto a quello di controllo, ma in seguito all’assunzione di alimenti ricchi di polifenoli (caffè, cioccolato fondente, frutti rossi e neri come fragole, mirtilli, lamponi, more, prugne, pere e mele), ha manifestato un miglioramento significativo in termini di qualità della vita e di minor numero di trigger points.

Questi alimenti possono avere, dunque, un ruolo adiuvante nel trattamento della fibromialgia.

Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista International Journal for Vitamin and Nutrition Research nel novembre 2016.

Fibromialgia

Il Consiglio Superiore di Sanità l’ha definita malattia cronica e in alcuni casi invalidante.

In particolare, i trigger points sono stati localizzati a livello dell’inserzione del muscolo trapezio-suboccipitale, alle vertebre cervicali C5-C7, nella spalla (sul margine superiore del muscolo trapezio), sul gomito, tra la scapola e le apofisi delle vertebre dorsali, sul fianco (al gran trocantere), sotto la clavicola (intercostale), sul gluteo, sul ginocchio.

Oltre al dolore diffuso, sono state associate alterazioni dell’umore, del sonno e della funzione fisica e cognitiva, stanchezza cronica, disturbi della circolazione (formicolii a mani e piedi) e dell’apparato gastroenterico (colite o diarrea, gastrite o colite), bruxismo (digrignare i denti di notte) e acufene.

Polifenoli negli alimenti

L’organismo umano è costantemente esposto a sostanze chimiche ambientali, di cui molte presenti nell’aria, nei farmaci, nell’acqua da bere e negli alimenti.

In particolare nei cibi sono stati individuati ben 27000 composti, molti dei quali vengono assorbiti e metabolizzati nei tessuti o dal microbiota (flora batterica) intestinale.

Tra questi, i polifenoli sono stati trovati molto abbondanti in alcuni alimenti; la loro azione antiossidante e antinfiammatoria ha favorito l’irrorazione sanguigna dei muscoli e diminuito il dolore, caratterizzato da una ipoperfusione e disregolazione vasomotoria nella fibromialgia.