Il “medical need” (esigenza medica) di individuare agenti terapeutici efficaci per il diabete di tipo 2 è urgente; questa malattia cronica sistemica colpisce ben il 9% degli adulti nel mondo e presenta complicazioni a vari organi bersaglio (occhi, reni, sistema cardiovascolare e nervoso).

Un’analisi condotta su numerosi studi, pubblicata sulla rivista Nutrition Reviews, ha evidenziato che nei pazienti diabetici il microbiota intestinale (flora batterica) è alterato (disbiosi), in termini di riduzione dei batteri ad azione antinfiammatoria e aumento dei batteri patogeni opportunisti.

Quest’ultimi rilasciano tossine stimolanti l’infiammazione e l’insulino-resistenza.

I risultati raccolti finora hanno mostrato che la somministrazione di probiotici Bifidobatteri e Lactobacilli, è in grado di indurre in modo significativo molti benefici: soppressione dei batteri patogeni, diminuzione delle endotossine intestinali e delle citochine pro-infiammatorie, miglioramento della tolleranza al glucosio, riduzione del glucosio a digiuno e dell’emoglobina glicata.

Il lavoro verrà pubblicato nel dicembre 2016.

Dieta, microbiota e diabete

In primis, un’alimentazione errata, ricca di grassi saturi, zuccheri semplici e povera di fibre, seguita da intolleranze alimentari, stress, infezioni, interventi chirurgici, possono modificare la composizione dei microrganismi viventi nel nostro intestino (microbiota).

In particolare, i batteri patogeni promuovono la cosiddetta endotoxemia metabolica, ossia la produzione di sostanze infiammatorie potenti, citochine (TNFα, IL-6) ed endotossina batterica (lipopolisaccaride LPS).

Inducono, dunque, un’infiammazione lieve e cronica associata ai disordini metabolici, non solo insulino-resistenza e diabete, ma anche steatosi epatica, infiltrazione dei macrofagi nel tessuto adiposo e obesità.

Batteri, invece, ad effetto antinfiammatorio, come Bifidobacterium e Faecalibacterium prausnitzii, sono stati trovati ad una concentrazione inferiore nei diabetici rispetto ai soggetti sani.

Effetto dei probiotici

La Fao (Food and agriculture organization), agenzia delle Nazioni Unite ha definito i probiotici come microrganismi ad azione benefica per l’organismo ospite.

Il microbiota anche se si trova in disbiosi, ha una natura dinamica, ossia può essere modificato a seconda dell’alimentazione e dell’uso di probiotici o anche di simbiotici (probiotici con prebiotici).

Insieme ad una dieta bilanciata nei macronutrienti, il consumo di probiotici Lattobacilli (rhamnosus, bulgaricus, fermentum, acidophilus L1, LA1, LA5, casei) e Bifidobatteri (lactis Bb12, breve, longum BL1), ha contrastato l’infiammazione dei tessuti.

L’associazione di prebiotici (fruttoligosaccaridi e galattooligosaccaridi), è stata capace di stimolare la crescita dei batteri buoni e la produzione di acidi grassi a corta catena (propionato, acetato e butirrato), fonte di energia per le cellule dell’intestino.