La scienza medica prosegue il suo cammino alla ricerca delle migliori soluzioni rivolte alla salute del cittadino, permettendo di curare non più come un tempo, ma con soluzioni d'intervento mininvasivo in grado di rimettere velocemente in piedi il paziente sottoposto a operazione. Il caso attuale vede protagonista una nuova tecnica chirurgica per curare i tumori e anche alcune forme metastatiche, messa in atto presso l'Ospedale di Chioggia su un paziente 65enne con una massa tumorale di 3,3 centimetri. Il nome di questa fantascientifica ma reale tecnica, prende il nome di 'termoablazione mediante microonde' ed è in grado di 'sciogliere' il tumore ai polmoni, fegato, tiroide, ossa e reni, con una semplice seduta ambulatoriale che 'obbliga', il paziente operato, alla dimissione nello stesso giorno del ricovero.
L'ago incandescente della termoablazione
Appena un mese fa, al servizio della Salute del cittadino, la scienza medica aveva messo in campo la nuova rivoluzionaria tecnica, annunciata dal prof. Deanna Attai, dell'Università della California 'Los Angeles David Geffen School of Medicine', che consentiva la distruzione dei tumori mediante intervento di crioablazione (strumento che genera freddo al disotto della misura del congelamento). Oggi vengono invertite le temperature utilizzate passando dal freddo al calore intenso, attraverso un ago incandescente che permette di sciogliere il tumore e/o la metastasi per mezzo di microonde; una tecnica che si serve, in maniera quasi identica agli interventi di crioablazione e per singoli casi precedentemente selezionati, di un esperto in ecografia.
Spieghiamo l'intervento.
Tecnica specialistica contro i tumori
Il caso portato a termine presso l'Ospedale di Chioggia, è spiegato in maniera molto semplice da Salvatore Ramuscello, primario del reparto di chirurgia e da Mario Della Loggia, responsabile del centro di ecografia interventistica: "il trattamento di termoablazione utilizza un generatore di microonde e un terminale che viene indirizzato, grazie all'ausilio di un ecografo, direttamente nella sede tumorale; una volta in loco, il terminale viene portato alla temperatura voluta e permette con la massima precisione la distruzione dei tumori".
L'utilizzo della tecnica di termoablazione consente di operare il paziente in DRG ambulatoriale e si serve di un'incisione mininvasiva, non superiore ai 2-3 millimetri, che permette all'operatore di 'misurare' una cura per ogni singolo tipo di neoplasia. In seguito a questo tipo di intervento, possibile anche su pazienti considerati 'fragili' causa patologie multiple, oltre al ricovero breve si ha il vantaggio di una ripresa funzionale immediata, spiega Giuseppe Dal Ben, direttore generale della Ulss 14, "ed è necessario essere al passo con i tempi per garantire servizi sempre più eccellenti ai cittadini, che optano per le strutture del territorio e credono nella scienza medica".