Secondo i dirigenti del ministero della Salute è ancora troppo presto parlare di epidemia mentre il numero delle vaccinazioni è ancora lontano da quello stimato dai soggetti a rischio. Nel 2016 (salvo sorprese di questi ultimi giorni di fine anno) il virus dovrebbe avere colpito 1632 persone di cui 189 da meningococco di tipo C. Intanto, tuttavia, mentre la malattia si diffonde in alcune regioni d'Italia, le famiglie -a ragion veduta- si lasciano prendere dall'angoscia ed entrano in un panico del tutto fuori controllo. E questo probabilmente perché le iniziative sono lasciate alle singole regioni mentre la popolazione sembrerebbe avvertire la necessità d'un provvedimento nazionale, con un unico coordinamento a livello centrale.

La meningite

I batteri che causano la meningite sono molti. Ma la medicina ritiene i più virulenti i germi emofilo di tipo B, pneumococco e meningococco di tipo C. L'infiammazione può essere provocata pure dai virus. Le azioni, però, che preoccupano maggiormente sono quando i microrganismi patogeni arrivano alla zona cerebrospinale; passano dall'orecchio o dal naso oppure da una ferita dovuta ad una lesione traumatica della scatola cranica.

Sintomi

Considerando che è facilmente possibile farsi ingannare dall'influenza di turno stagionale, i campanelli di allarme sono individuabili con il vomito, la febbre alta, la nausea e la rigidezza dei muscoli della nuca. Tra i sintomi collaterali più diffusi ci sono la diminuzione del battito cardiaco, un senso di torpore ed un abbassamento dello stato di coscienza.

L'incubazione varia da 1 a 7 giorni e l'infezione si trasmette per via aerea tramite contatto diretto oppure con le goccioline infette.

Prevenzione

Non c'è molto. L'unico rimedio è la vaccinazione. In diverse regioni è gratuita, ma tuttavia ognuna viaggia per conto proprio. Per gli adulti, inoltre, sarebbe opportuno disertare i luoghi affollati.

Diverso, invece, è il discorso per i bambini in età scolastica. Ricordiamo che l'Italia ha ratificato la Convenzione Internazionale sui Diritti per l'Infanzia dell'ONU del 1989 che impegna "ad assicurare al fanciullo la protezione e le cure necessarie al suo benessere" ed a sorvegliare "affinché il funzionamento delle istituzioni, servizi e istituti che hanno la responsabilità dei fanciulli e che provvedono alla loro protezione sia conforme alle norme stabilite dalle autorità competenti in particolare nell'ambito della sicurezza e della salute".

E dato che il rischio di contagio è sempre dietro l'angolo d'ogni porta sarebbe opportuno che la ministra Beatrice Lorenzin studiasse un salto di qualità per riassegnare al medico scolastico le visite mediche e gli screening, oggi conferiti al pediatra di libera scelta (PLS) e secondo gli accordi con la propria regione di appartenenza.