Lo studio si chiama Intercept, ed è stato promosso dalla Owlstone Medical, un’azienda inglese impegnata nello sviluppo di strumenti per la diagnostica. L’azienda ha ora iniziato un programma sperimentale, su 1.400 pazienti, per validare questa tecnologia proprietaria, detta Faims (Field Asymmetric Ion Mobility Spectrometer), per la diagnosi precoce del cancro del colon-retto, attraverso l’analisi del respiro e delle urine.

E’ la seconda forma di tumore più comune al mondo

Dopo il tumore alla mammella nella donna (14%), e alla prostata (20%) e al polmone (15%) nell’uomo, quello al colon-retto è la forma tumorale (13-14%) più frequente.

Ma, valutato sull’intera popolazione, il cancro al colon-retto è il tumore più diffuso. Queste percentuali sono riferite all’incidenza dei tumori nella popolazione italiana ma numeri analoghi sono registrati in altri Paesi europei e negli Stati Uniti.

Tutto inizia con dei polipi adenomatosi, una specie di tumori benigni dovuti ad una iper-proliferazione di cellule della mucosa intestinale che, in un periodo che oscilla tra 7 e 15 anni possono evolvere verso una forma maligna. Questi polipi tendono a sanguinare e a sporgere dalla mucosa, due caratteristiche che favoriscono una diagnosi precoce attraverso la ricerca del sangue occulto nelle feci e analisi con tecniche endoscopiche (colonscopia).

La ricerca del sangue occulto nelle feci rimane la tecnica di screening non invasiva più seguita e consigliabile. Il Ministero della Salute lo consiglia alle persone tra i 50 e i 69 anni, da ripetere ogni due anni. Adesso le tecniche sono state perfezionate, non serve ripetere più volte il test e non ci sono restrizione nell’alimentazione.

Normalmente ogni 100 persone sottoposte a screening cinque risultano positive. La positività può essere dovuta ad altri fattori come emorroidi o piccole lesioni, quindi solo dopo ulteriori analisi si potrà stabilire se siamo in presenza di un tumore e come eventualmente intervenire.

Con la tecnologia Faims, basta un respiro

Faims è un acronimo inglese che vuol dire “spettrometria a mobilità ionica a onda asimmetrica ad alto campo”.

La Faims è una tecnologia della spettrometria di massa che, grazie ad un dispositivo, sfrutta le diverse mobilità degli ioni gassosi, anche con struttura chimica molto simile, quando sottoposti a campi elettrici alternati (alti e bassi), eliminando così i segnali di fondo. In questo modo lo strumento analizza solo i segnali di alcuni ioni selezionati, con una elevata sensibilità.

Il progetto inglese, coordinato dal gastroenterologo Ramesh Arasaradnam, prevede la partecipazione di alcuni centri di ricerca come le Università di Warwick, di Coventry e di Warwickshire.

Uno studio pilota, già effettuato, aveva mostrato che la tecnologia Faims è in grado di individuare l’88% dei biomarcatori per il tumore al colon-retto, con una sensibilità del 62% nell’individuazione degli adenomi avanzati, quelli che iniziano a sanguinare e che sono in una fase pre-tumorale. L’efficacia diagnostica della Faims è quindi superiore a quanto si può ottenere con una ricerca del sangue occulto nelle feci.