Durante la notte scorsa Facebook ha rimosso senza alcuna spiegazione, come da lui stesso denunciato su Fb, il post del professor Roberto Burioni - ordinario di microbiologia e virologia all'Università San Raffaele di Milano - che raccontava l'epidemia di morbillo in Romania, letto da oltre due milioni di persone e apprezzato da quasi ventimila utenti."Non ho ricevuto alcun messaggio in merito - scrive Burioni - l'unica cosa di rilievo è che quando sono entrato pochi minuti fa mi è apparsa una finestra nella quale mi si diceva che il mio account invia spam e mi chiedeva di verificare le mie attività.

Non mi chiedete spiegazioni perché non sono in grado di darvele (anzi magari se me le date voi mi fate cosa grata). L'unica cosa che posso fare è inserire di nuovo il post, scusate per il disagio non dipendente dalla mia volontà". Questo episodio potrebbe essere l'ultimo atto della battaglia tra Roberto Burioni e gli anti vaccinisti. Il post del virologo, infatti, potrebbe essere stato segnalato in massa dai suoi detrattori a causa di contenuti inappropriati - le bare bianche dei bambini morti a causa dell'epidemia - ma al momento non ci sono prove al riguardo. Il paradosso è che lo staff di Facebook di solito non verifica i contenuti del post segnalato, bensì solo il numero di segnalazioni.

Con il risultato che, a volte, post offensivi e beceri girano ancora in rete mentre quelli informativi vengo cassati senza pietà.

Morbillo e tendenze anti vaccino

Burioni chiama in causa la corresponsabilità della nuova "moda" anti vaccinista nella diffusione della recente epidemia di morbillo in Romania, che ha colpito a tutt'oggi 2300 persone nella maggioranza dei casi bambini.

"Cosa accadrebbe se vincessero? - scrive il professor Burioni, riferito agli anti vaccinisti - andiamo a vedere cosa è successo in Romania, dove gli anti vaccinisti hanno vinto. Nella Romania il tasso di vaccinazione era altissimo, fino a quando non è iniziata una virulenta campagna condotta dalla Federazione Pro Vita, un gruppo di Cristiani Ortodossi, che ha convinto moltissime persone a non vaccinare i loro figli.

Un ruolo fondamentale l'ha giocato una dottoressa con un libro intitolato vaccini: prevenzione o malattia? di grande popolarità". Secondo il medico virologo, il successo del libro si è tradotto in un calo della percentuale dei vaccinati contro il morbillo dal 95% del 2013 al 86% del 2015.

Oltre 2000 casi di morbillo

Infatti, nel 2015 i casi di infezione sono stati solo quattro. Nel 2016 è scoppiata una vera e propria epidemia con 2.300 infetti che hanno causato quattordici decessi. "Corrisponde a quattordici bare bianche con dentro quattordici bambini morti - conclude Burioni - Se tutti avessero vaccinato i loro figli il virus sarebbe sparito grazie all'immunità di gregge e questi quattordici bambini sarebbero ancora vivi, starebbero giocando con i loro amici.

Invece sono morti, a causa del successo della campagna dell'associazione Pro Vita, al libro della dottoressa e allo spazio dato alle loro bugie.Gli anti vaccinisti combattono la loro battaglia: e se la vincono la loro vittoria è segnata da piccole bare bianche, con sopra un Pippo e una Peppa Pig e con dentro un bambino senza nessuna colpa, privato della vita dall'oscurantismo, dalla superstizione e dalla tolleranza che lo stato ha nei confronti dei delinquenti che diffondono pericolosissime bugie".