Le polveri sottili sono una delle più pericolose fonte di inquinamento delle nostre città. Si parla di PM10 ma anche di PM2,5 ad indicare le dimensioni delle particelle di polvere, rispettivamente di 10 e 2,5 micron disperse nell’aria. Particelle che per le loro piccole dimensioni arrivano direttamente nei nostri polmoni veicolando sostanze molto tossiche per la nostra Salute. Ma le polvere sottile non sono solo una conseguenza dello smog urbano, possono essere presenti anche dentro le nostre abitazioni e si generano a causa di alcune cattive abitudini.

Ricercatori di San Diego hanno studiato questo aspetto. I risultati sono stati appena pubblicati sulla rivista PLoS ONE.

Il fumo di sigaretta è l’inquisito principale

Al fine di investigare cosa respiriamo tra le mura domestiche, alcuni ricercatori dell’Università di San Diego hanno selezionate 300 famiglie, costituite da almeno un adulto fumatore e da almeno un minore di 14 anni. Installato una centralina per rilevare le polvere sottili, hanno monitorato per tre mesi le particelle di polvere disperse, di dimensioni da 0,5 a 2 micron (un millesimo di millimetro).

Quello che le centraline hanno rilevato è un aumento del 30% del tasso di inquinamento nelle abitazioni selezionate, principalmente a causa del fumo di sigaretta che, da solo, raddoppiava i valori delle particelle rispetto alle case dove non c’erano fumatori.

Ma il fumo non era l’unica fonte, partecipavano in modo rilevante anche sottoprodotti delle combustione di candele profumate o di incensi, la frittura in olio ma anche i prodotti per la pulizia. Per la prima volta, nella lista è stata inserita anche il fumo di marijuana.

La cosa sorprendente è che i livelli delle polveri sottili non diminuivano, aprendo porte e finestre per cambiare l’aria.

I ricercatori sono giunti alla conclusione che l’aria che si respirava in queste abitazioni, con questi livelli di polvere sottili, non è da considerarsi salubre per un bambino. I risultati sono stati pubblicati su PLoS ONE, primo autore Neil E. Klepeis.

Killer lento e silenzioso

Le polveri sottili, dette PM dall’inglese Particulate Matter (Materia Particolata), sono considerati un killer che agisce in modo lento e silenzioso, lento perché agiscono nel tempo e silenzioso perché non si manifestano in modo evidente ma si accumulano nel sistema respiratorio.

Per questo tutte le città si sono dotate di centraline per avere un monitoraggio continuo, e prendere provvedimenti, come limitazioni o chiusura al traffico automobilistico, quando i livelli di guardia vengono superati. Ma possono essere posizionati anche in caso di eventi che possono minacciare l’Ambiente come è successo recentemente, nel caso dell’incendio alla Eco X di Pomezia, dove le centraline servono a valutare l’impatto del disastro sul territorio circostante.

Le polveri sottili si riferiscono alle particelle di dimetro di 10 micron (PM10) anche se negli ultimi anni si rilevano polveri di dimensioni inferiori, come nel caso dello studio condotto nelle abitazioni di Californiane dove sono state rilevate polveri di dimensioni tra 2 e 0,5 micron (PM2 - PM0,5).

Giusto come paragone un capello ha normalmente un diametro di 50-80 micron.

Le polveri sottili sono particelle disperse nell’aria, trasportate ovunque dal vento ma alla fine si depositano sui terreni agricoli, nei corsi d’acqua fino a raggiungere le falde acquifere, inquinando laghi e bacini fluviali. Le stesse piogge acide sono una conseguenza delle polvere sottili, che finiscono con l’alterare gli equilibri naturali del sistema. Si generano da molte fonti come la combustione di prodotti petroliferi usati per il trasporto o per gli impianti di riscaldamento. Ma le polveri disperse possono avere diametro maggiore a 10 micron. Queste, definite come particolato grossolano, non destano particolari preoccupazioni perché non riescono a superare, in misura massiccia, le vie respiratorie.