Stabilire qual è la pressione arteriosa ottimale non è una cosa di poco conto. Infatti, una volta stabilito i valori normali, appena questi vengono superati i clinici sono autorizzati a prescrivere farmaci antipertensivi. E i pazienti a sentirsi dei sorvegliati speciali. Dall’introduzione delle linee guida in questo campo, ogni volta che vengono stabiliti nuovi limiti, parte il dibattito tra i favorevoli e i contrari. Ora due associazioni statunitense, American College of Cardiology e American Heart Association, hanno abbassato da 140 a 130 il limite della pressione sistolica (la massima) oltre il quale si parla di ipertensione di Stadio 1.
Cardiologi sempre più prudenti
Le diverse linee guida o raccomandazioni servono ad orientare la classe medica e, in particolare, i cardiologi, nella loro pratica clinica. Negli ultimi anni si è assistito ad un balletto di numeri che, nel 2014 aveva visto un innalzamento della soglia della pressione arteriosa considerata normale, da 140 a 150 mmHg. Valori comunque che devono tener conto anche dell’età (inferiore o superiore a 60 anni).
Ora, le nuove linee guida sono state condivise da ben 11 società scientifiche e sono state pubblicate in contemporanea su due prestigiose riviste internazionali, Journal of the American College of Cardiology e Hypertension.
Nulla è cambiato per i valori di pressione normale (120/80 mmHg), rispetto a quanto stabilito dalle linee guida del 2003.
Per i valori superiori c’è stata una ridefinizione. In sintesi i cardiologici hanno abbassato il limite della pressione arteriosa sistolica a 130 mmHg, oltre il quale si parla di ipertensione lieve.
La cosiddetta fascia pre-ipertensiva, ovvero sotto i 140-150 mmHg, adesso è stata suddivisa in
1) Pressione elevata (sistolica a 120-129 e diastolica entro 80);
2) ipertensione di Stadio 1 (valori 130-139/81-89);
3) ipertensione di Stadio 2 (valori 140-159/90-99)
4) ipertensione di Stadio 3 (valori oltre 160/100)
Con valori oltre 180/120 si parla di “crisi ipertensiva”.
In questi casi il paziente necessita di un immediato intervento medico (anche ricovero) per scongiurare danni gravi agli organi e compromissione della Salute.
Nel caso di ipertensione di Stadio 1, non necessariamente deve essere iniziata una terapia farmacologica. Questa dovrà essere valutata dal medico, valutate le condizioni cardiovascolari complessive e i fattori di rischi a cui il paziente è esposto (età, malattie, ecc.).
Inoltre, le nuove linee guida sottolineano l’importanza sul “come” misurare la pressione. Già la semplice presenza di un medico può far innalzare di qualche mmHg la pressione. Per questo è necessario effettuare più misurazioni, anche in tempi differenti. Lo stesso per le misurazione effettuate autonomamente, con gli apparecchi domestici.
Ipertensione in Italia
Secondo i dati della SIIA (Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa), in base ai limiti finora vigenti, ovvero 140 la massima (sistolica) e 90 la minima (diastolica) in Italia il 33% dei uomini e il 31% delle donne soffre di ipertensione arteriosa. Sono considerati in una condizione a rischio il 19% degli uomini e il 14% delle donne.
Ma cosa rischia una persona che ha valori pressori elevati? I rischi per la salute normalmente aumentano in modo proporzionale con l’aumentare della pressione. Così, ad esempio, anche un soggetto che ha 120/80 (valori considerati assolutamente normali) ha un margine di rischio cardiovascolare minimo ma superiore ad uno che ha valori 110/70. La probabilità di essere colpiti da un ictus cerebrale, un infarto cardiaco, una insufficienza renale ed altre malattie associate, aumenta considerevolmente con valori pressori elevati, oltre una condizione di ipertensione di Stadio 2.
Le cause: non c’è una causa o delle cause che determinano l’ipertensione. Può essere una condizione multifattoriale, solo nel 5% dei casi è possibile stabilire un rapporto causa–effetto.
Per tutti gli altri si parla di ipertensione primaria o essenziale o idiopatica. In pratica, un’ammissione di incapacità a stabilirne le cause. E, probabilmente, sono proprio questi i soggetti a poter trarre i maggiori benefici adottando un miglior stile di vita: alimentazione, attività fisica, eliminazione di fattori di stress e le cattive abitudine come fumo o alcool.
A seguire i nuovi limiti suggeriti dalle ultime linee guida, ora in Italia la popolazione interessata da una condizione di ipertensione sarà decisamente superiore a quel 33 o 31% considerata finora. E quindi un numero maggiore di soggetti dovrà confrontarsi con questo problema.