Alessandro Preziosi sta portando in scena, nei teatri di tutta Italia uno spettacolo incentrato sul famoso pittore olandese, Vincent Van Gogh. "L'odore assordante del bianco" sarà il pezzo teatrale con cui si farà emergere il ruolo di questo grande artista nel suo passato e nel nostro presente. Il bianco sarà il colore guida in ogni tappa: gli attori reciteranno vestiti di bianco, in una scenografia bianca, nel tentativo di far emergere, in maniera prepotente, il movimento e la dinamicità del colore, soprattutto di quelle tonalità che risultano assenti.

Ma perché attribuire un aggettivo sonoro ed uno olfattivo ad un colore che può essere soltanto visto? Entriamo, così, in un mondo che coinvolge tutti i sensi e che spiega ciò che accade quando il cervello è profondamente colpito e suggestionato dalle cose che lo circondano: la sinestesia.

Sinstesia: definizione e cause

Secondo lo scienziato Jamie Ward, la sinestesia è un modo inconsueto di entrare in contatto con il mondo e di percepire le sue fattezze. La qualità specifica di uno stimolo, come il suono di un brano musicale, incontra una caratteristica sensoriale aggiuntiva, come può essere una tonalità rosso fuoco, per produrre un'esperienza diversa, straordinaria: quella canzone che stiamo ascoltando creerà una vivida immagine rossa e a tale colore resterà vincolata.

Bargary e Mitchell (2008), nel tentativo di spiegare ciò che porta alla sinestesia, hanno identificato delle differenze strutturali e funzionali nel cervello dei sinesteti rispetto ai non sinesteti.

Differenze strutturali: il cervello dei sinesteti sarebbe dotato di un numero maggiore di connessioni sinaptiche (contatti tra neuroni), nel giro del fusiforme destro (posto vicino a regioni che elaborano parole e colori), nel solco intraparietale sinistro e nella corteccia frontale.

Differenze funzionali: il cervello dei sinesteti riuscirebbe ad integrare le informazioni che derivano da diversi organi di senso e da diverse aree cerebrali con più rapidità; l'alto grado di connettività tra i diversi distretti neurali inciderebbe sull'esperienza sinestetica.

Cytowic (1995) ha sostenuto che la sinestesia è un tratto genetico che si trasmette all'interno di una stessa famiglia, con una trasmissione ereditaria X-linked di tipo dominante, dato che vi sono più donne con sinestesia rispetto agli uomini (il rapporto è di 3:1).

Un'idea più diffusa è che, nel cervello dei sinesteti, non venga portato a giusto compimento il pruning nelle prime fasi di vita (Ramachandran e Hubbard, 2001). Il pruning è uno sfoltimento sinaptico che avviene nel cervello del bambino appena nato: ridefinisce i circuiti neuronali eliminando le connessioni sinaptiche deboli e in eccesso.

Dunque, nei sinesteti questo numero maggiore di connessioni, normalmente non presenti nel cervello dei non sinesteti, faciliterebbe una comunicazione più rapida tra i diversi distretti neurali, portando quest'esperienza percettiva insolita.

Effetti della sinestesia sui processi cognitivi

La sinestesia incide sulla cognizione in tutta la sua complessità, in modo particolare sulla percezione, l'immaginazione, la memoria e la creatività.

Nei test percettivi i sinestesi hanno dei risultati brillanti. Ad esempio, nei soggetti con sinestesia grafema-colore (dove le lettere e i numeri sono associati a specifici colori) la percezione dei colori è massima, grazie ad una maggiore attivazione del sistema parvocellulare (atto a riconoscere che cos'è un oggetto e a definire la sua forma e il suo colore).

Anche i risultati nei test di immaginazione visiva, in questi soggetti, sono tra i più alti. Ad esempio, i soggetti con sinestesia spaziale per le sequenze simbolico-linguistiche (sequenze di lettere, numeri, mesi dell'anno o giorni della settimana sono disposte in maniera automatica in strutture fisiche bidimensionali o tridimensionali) hanno un immaginario visivo e spaziale molto accurato, in grado di utilizzare un sistema di coordinate interno alla forma stessa (Eagleman, 2009).

Inoltre i sinesteti codificano il materiale visivamente, oltre che semanticamente, per questo riescono a ritenerlo in maniera più duratura e accurata rispetto ai non sinesteti: la loro memoria a lungo termine ha un solido alleato, per l'immagazzinamento e il mantenimento delle informazioni! Per finire, secondo Ward, i sinesteti sono le persone più portate per occupazioni o attività da tempo libero legate all'arte, in quanto la sinestesia rappresenterebbe una musa ispiratrice d'eccezione, per la costruzione di ogni opera, pittorica, musicale o umana che sia.

Future prospettive di ricerca

Al fine di indagare più a fondo in questo fenomeno, gli studi di ricerca dovranno certamente prendere in considerazione non solo le differenze strutturali tra il cervello dei sinesteti e dei non sinesteti, ma anche tra soggetti di diversa età e con diversa forma di sinestesia, nei processi di apprendimento e di immaginazione visuospaziale.

Sarà certamente utile anche chiedere a volontari non sinesteti di emulare i comportamenti dei sinesteti in diversi test, al fine di considerare se le strategie messe in atto da un cervello con sinestesia possano essere controllate oppure se avvengano in maniera del tutto incontrollata e automatica.