Alla Endo 2018, in occasione del 100° meeting annuale dell'Endocrine Society (Chicago-Illinois, 17-20 marzo), Stephanie Page, docente di medicina presso l'Università di Washington a Seattle, ha presentato le ultime novità in tema di contraccezione maschile.

Si tratta di Dmau, acronimo di dimetandrolone undecanoato, un nuovo contraccettivo maschile sviluppato dai National Institutes of Health (NIH).

Una pillola al giorno

Il nuovo farmaco, il dimetandrolone undecanoato, somministrato fino alla dose massima di 400 milligrammi, assunto con il cibo una volta al giorno per 28 giorni, negli Usa è stato sperimentato su 83 uomini.

Il medicinale è riuscito a bloccare la produzione di spermatozoi, agendo sulla soppressione dei livelli di testosterone e di altri due ormoni necessari alla spermatogenesi. Si tratta di un prototipo di pillola contraccettiva maschile che offre il vantaggio di non richiedere iniezioni o applicazioni di gel topici. Ha un effetto reversibile e limitati effetti collaterali. Cessata la somministrazione, entro un mese i livelli di testosterone - così come la spermatogenesi - ritornano ai normali valori.

Precedenti formulazioni ormonali per via orale non avevano funzionato, poiché avevano arrecato danni al fegato e avevano avuto un'azione troppo rapida e poco duratura. La svolta è arrivata con la coniugazione di un acido grasso a lunga catena (acido undecanoato) con la struttura molecolare dell'ormone (dimetandrolone).

In questo modo, il farmaco può essere assunto per bocca e ha un metabolismo rallentato, garantendo una sola somministrazione al giorno.

Lo studio, condotto negli Stati Uniti da ricercatori delle Università di Washington (Medical Center) e della California (Harbour-Ucla Medical Center di Torrance), era iniziato arruolando 100 volontari, uomini sani di età compresa tra i 18 e i 50 anni, suddivisi in tre gruppi.

Ad ogni gruppo è stato somministrato un differente dosaggio di Dmau (100, 200 e 400 mg) formulato in capsule, ognuno dei quali confrontato con placebo. Nel corso della sperimentazione, 83 persone hanno portato a termine lo studio.

A tutti i volontari sono stati dosati i livelli ormonali e di colesterolo al tempo zero e all'ultimo giorno (28°) dell'assunzione del medicinale.

Tutti e tre i dosaggi sono risultati ben tollerati con limitati episodi di alterazione renale ed epatica e della colesterolemia.

Ancora lontani dalla commercializzazione

Il campo della contraccezione maschile è particolarmente delicato poiché va ad incidere, oltre che sugli equilibri ormonali, al pari della pillola femminile, anche sulla componente psicologica. È questo, probabilmente, l'ostacolo più arduo da superare nell'uomo. Infatti, mentre la pillola ha in qualche modo liberato la donna dalla gestione di gravidanze indesiderate (anche al prezzo di effetti secondari a carico del proprio corpo e della propria salute), la versione al maschile va ad incidere proprio su questa componente. L'uomo, infatti, da sempre ha visto in qualsiasi farmaco che va ad influenzare la sua capacità riproduttiva una minaccia alla sua virilità.

Proprio per questo motivo, finora la contraccezione maschile si è limitata all'uso del profilattico o, per chi sceglie una soluzione definitiva e irreversibile, alla vasectomia.

Così, mentre le donne da oltre 60 anni usano la "pillola" superando timori, tabù e quant'altro, per il "pillolo" c’è ancora da aspettare. E mentre la ricerca va avanti, molto lavoro resta da fare sulla componente sociale e culturale del maschio che fa già fatica ad accettare il profilattico perché riduce la sensibilità, il coito interrotto perché è frustrante e lesivo del piacere, o la vasectomia che comunque richiede un intervento chirurgico.

E non è una questione di prendere o meno una pillola, perché con il Viagra (e suoi derivati) l'uomo non ha avuto alcun problema.

Anzi, negli ultimi 20 anni questi medicinali hanno avuto un successo tale da cambiare totalmente la sessualità maschile. Ora potrebbe arrivare la pillola o il "pillolo" (meglio chiamarlo al maschile, perché non si sa mai…), ma comunque la minaccia resta, ed è la riduzione della virilità e la "presa in carico" della gestione della contraccezione. Un vero problema a cui l'uomo deve iniziare a far fronte per la prima volta nella storia dell’umanità.