Purtroppo quella che vi stiamo per comunicare è un'altra di quelle notizie che non faranno per niente piacere ai lettori e che non farà stare per niente tranquilli, perché anche il Ministero della Salute ha lanciato un vero e proprio allarme nei riguardi di un alimento che è molto presente sulle tavole di noi italiani e che rischia di creare un caos e una preoccupazione abbastanza importante. Dopo l'allarme lanciato nei giorni scorsi dal RASFF, ovvero il sistema di allerta europeo rapido per la sicurezza alimentare, anche il Ministero della Salute ha rincarato la dose indicando le cozze provenienti da un certo luogo come contaminate e consigliando quindi di non ingerirle.

Il Ministero della Salute avvisa i consumatori: 'Restituire il prodotto e chiedere un rimborso'

Stando alle ultime novità sull'argomento, infatti, è piuttosto alto il pericolo di cozze contaminate da Escherichia Coli provenienti dalla Spagna, batterio Gram-negativo nonché la specie più nota del genere Escherichia, tant'è vero che sono stati resi noti i lotti di produzione incriminati e che quindi riceveranno l'avviso di richiamo immediato dal mercato. Come si legge all'interno della nota presente sul sito del Ministero della Salute, il rischio microbiologico delle cozze riguarda quelle di origine spagnola e che sono state vendute in Italia dalla ditta 'L'Acquachiara S.r.L', azienda specializzata nella vendita di prodotti ittici e che ha sede a Chioggia, nella città di Venezia.

Andando nel particolare, le cozze incriminate sarebbero quelle facenti parte del lotto 18 B0602, prodotte da Tapinidos, grossista spagnolo che si occupa della vendita e l'esportazione del pesce, e che sono state messe in commercio in retine da 5 kg ciascuna. Lo stop alle vendite di tali prodotti è già arrivato da alcuni giorni e non riguarda soltanto la Grande distribuzione organizzata ma anche i negozietti più piccoli, così come le pescherie e i mercati di ogni città e paese.

La contaminazione sarebbe causata da una presenza nei molluschi di Escherichia Coli oltre i limiti previsti dalla legge e, di conseguenza, il consiglio che il Ministero della Salute dà ai consumatori è quello di non consumarlo assolutamente nel caso in cui fosse già stato acquistato e di restituirlo al negozio chiedendo un rimborso.

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