L’anoressia è un disturbo dell’alimentazione che si ritiene, a torto, che colpisca solo le donne. Anche gli uomini, infatti, ne soffrono e i casi sono in continuo aumento. L’allarme è stato lanciato da Stefano Tavilla, presidente dell’associazione ‘Mi nutro di vita’, da tempo attiva in campagne di sensibilizzazione verso i disturbi alimentari e di sostegno alle famiglie che vivono questo dramma. Tavilla ha sollevato il problema nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano online Huffigton Post in occasione della giornata nazionale del Fiocchetto Lilla dedicata proprio alla lotta contro i disturbi dell’alimentazione.
Allarme anoressia maschile, i sintomi per riconoscerla
L’anoressia maschile risulta più difficile da diagnosticare in quanto, mentre per le ragazze il primo sintomo facilmente individuabile è l’amenorrea, accompagnata da evidenze di forte denutrizione, per i maschi bisogna scovare altri sintomi meno evidenti. Questi sintomi, come impotenza periodica, riduzione del testosterone o disturbi cardiaci, possono facilmente essere confusi con quelli di altre malattie, causando ritardi nella diagnosi che possono portare ad aggravare le conseguenze della malattia sull’organismo del soggetto, riducendo la probabilità di guarigione. Generalmente, la causa scatenante dell’anoressia negli uomini è l’ossessione per la forma fisica e il muscolo scolpito, conosciuta con il nome di ‘Vigoressia’, che causa una progressiva perdita della socialità .
Secondo i dati forniti dal Ministero delle Salute, in Italia ci sono circa 3 milioni di persone che soffrono di questo disturbo di tipo psichiatrico che, nel 2016, ha provocato 3.240 vittime. Una percentuale tra il 5 e il 10 per cento di questi pazienti sono uomini, ma i dati sono in aumento, grazie anche alla sempre maggiore capacità dei medici di individuare l’anoressia maschile.
La giornata del Fiocchetto Lilla contro anoressia e builimia
Dal 2011, l’associazione ‘Mi nutro di vita’ ha istituito per il 15 marzo la giornata del Fiocchetto Lilla per la lotta contro i disturbi alimentari che, nonostante non abbia ancora ottenuto il giusto riconoscimento a livello istituzionale, riesce a mettere in campo oltre cento iniziative e convegni in tutta Italia per accrescere il grado di sensibilità verso quella che viene definita come ‘una vera e propria epidemia sociale’.
Anche il Ministero della Salute è sceso in campo con la realizzazione del sito disturbialimentarionline.it che contiene informazioni utili su come riconoscere la malattia, e i passi da compiere per intraprendere un efficace percorso di cura.
La tempestività della diagnosi è in fatti importante in quanto, se riconosciuta entro i dodici mesi dalla comparsa, le possibilità di guarigione dopo l’applicazione di una adeguata terapia è del settanta per cento.