Un gruppo di ricercatori italiani è riuscito a scoprire una nuova proteina che è presente nelle cellule cancerose. Questa proteina svolge un ruolo chiave nello sviluppo del tumore al colon-retto, una delle patologie tumorali più diffuse. Ma andiamo a considerare nello specifico i risultati di questa ricerca.

Cancro al colon: nuove prospettive di cura

In particolare questo progetto di ricerca è stato coordinato dall'Università del Salento e finanziato dall'Associazione italiana per la ricerca sul cancro. La proteina individuata dagli autori di questa ricerca si chiama beta-catenina e risulta presente, ovvero viene espressa solo dalle cellule tumorali.

Tale beta-catenina svolge un ruolo molto importante nelle prime fasi di insorgenza di questo tumore, per cui bloccarla significherebbe impedire la progressione della malattia. Attualmente i farmaci che vengono utilizzati contro il cancro al colon possiedono una efficacia terapeutica limitata, in quanto sono in grado di inibire la proliferazione delle cellule tumorali ma non riescono ad arrestarne la sopravvivenza. Con questa ricerca invece è stato fatto un importante passo in avanti.

Il gruppo di ricerca guidato da Malù Coluccia ha scoperto che, nel momento in cui si riesce a inattivare prolungatamente la proteina beta-catenina, le cellule cancerose attivano una risposta metabolica adattativa.

Detto in altri termini, per poter sopravvivere le cellule cominciano a divorare loro stesse. Si tratta di un fenomeno noto come autofagia. Tuttavia ciò si verifica in dipendenza di un altro fattore, ovvero è necessario tenere sotto controllo l'espressione di un'altra proteina denominata Nherf1. Nello specifico questa proteina sarebbe responsabile dell'attivazione oncogena della beta-catenina.

Pertanto i ricercatori salentini, in collaborazione con il Dipartimento di chimica e tecnologie del farmaco dell'Università la Sapienza di Roma, sono riusciti a realizzare un nuovo inibitore di Nherf1, utilizzato in combinazione con un antagonista della beta-Catenina. Vi è da rimarcare che il farmaco messo a punto dai ricercatori è molto selettivo, ovvero ha come bersaglio solo le cellule tumorali pertanto non ha effetti significativi su quelle sane.

I risultati di questa ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Oncogene, una rivista che appartiene al gruppo Nature.

Tumore al colon

Questa tipologia di tumore colpisce le cellule della mucosa che rivestono l'intestino. In effetti la maggior parte di queste patologie tumorali deriva dalla trasformazione di polipi in senso maligno. I polipi possono definirsi come delle escrescenze che derivano dal proliferare delle cellule della mucosa intestinale. La terapia di scelta è quella chirurgica. Fino a qualche anno fa gli interventi erano demolitivi, infatti nei casi più gravi prevedevano l'asportazione totale del tratto di intestino interessato dal tumore. Oggi invece la chirurgia tende a seguire un approccio molto più conservativo. Il tumore dopo l'intervento chirurgico viene trattato con la chemioterapia e la radioterapia che si rivelano molto efficaci nel prevenire le ricadute.