Bere caffè riduce il rischio di contrarre il diabete mellito di tipo due, quello, per intenderci, non insulino-dipendente. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato su Nutrition Reviews che conferma precedenti scoperte che, a partire dal 2012, hanno individuato nella seconda bevanda più consumata al mondo dopo l’acqua fattori in grado di influenzare lo sviluppo della malattia.
Diabete di tipo 2, bere caffè come prevenzione
Lo studio che riconosce gli effetti benefici del caffè sulle possibilità di sviluppare il diabete di tipo 2 è, in pratica, la revisione di precedenti studi che raccoglie e conferma le analisi dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), risalenti al 2016, che eliminavano il caffè dalla liste delle sostanze cancerogene.
Tale affermazione si basa su 30 diversi studi che hanno coinvolto una campione di 1 milione e 200 mila persone, giungendo alla conclusione che una singola tazzina di caffè ridurrebbe del 7 per cento la probabilità di sviluppare il diabete mellito. Percentuale che non si riduce di molto (6 per cento), nel caso del decaffeinato.
Il consumo quotidiano di 3-5 tazzine al giorno arriva quindi a ridurre il rischio fino al 30-35 per cento grazie alla presenza di alcune sostanze contenute nella bevanda che hanno proprietà antiossidanti, mentre altre contribuiscono alla riduzione dei livelli di glicogeno e insulina nel sangue. Un regolare consumo di caffè, secondo lo stesso studio, riduce le infiammazioni croniche che portano a disturbi del metabolismo come, appunto, il diabete di tipo 2.
Non solo diabete: gli effetti benefici del caffè su altre malattie
Quello sulla riduzione del rischio di contrarre il diabete non è l’unico effetto benefico che diversi studi, nel corso degli anni, hanno individuato nell’assunzione del caffè. La stessa Oms ha riconosciuto che un consumo moderato di questa bevanda è in grado di ridurre il rischio di contrarre importanti patologie quali, tra le altre, il tumore al fegato, mentre effetti positivi sono stati individuati, ad esempio, anche nella riduzione del rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer.
Noto è anche l’effetto digestivo del caffè grazie alla sua capacità di stimolare le secrezioni gastriche.
E’ bene comunque ricordare che un consumo quotidiano superiore alle 3-5 tazzine di caffè continua ad avere effetti gravi su chi soffre di insonnia, di tachicardia o di ipertensione a causa della presenza di caffeina. Il consiglio è, quindi, quello di non rinunciare al rito del caffè che, oltre ad essere piacevole fa anche bene, ma senza esagerare per non incorrere in effetti controproducenti.