I sintomi post-sbronza, li conosciamo tutti, sono tra i più svariati. Si passa dalla bocca asciutta e "impastata" ad atroci mal di testa, da nausea profonda a un generale senso di spossatezza. Insomma, uno svariato comparto di piccoli disagi fisici che ci ricordano come, la notte precedente, abbiamo assunto più alcol del consentito. Ma vi è un riflesso della sbronza passata che non viene rimarcato con altrettanta frequenza: l'ansia.
Troppo alcol e poco sonno ti rendono ansioso
Vi è un'innumerevole moltitudine di ragioni per le quali la percezione del nostro corpo risulta confusa quando ci risvegliamo in seguito ad una notte brava.
Percepiamo, per dirla come Sartre e Marleau-Ponty, una scissione, un dualismo della nostra esperienza percettiva che porta a una retroattività polarizzata dove i valori normativi dell'agire del nostro corpo sono momentaneamente confusi. Parte del problema è costituito dal dormire. Di norma, quando ci si trova fuori a fare festa, quindi a bere, si finisce di consueto per dormire poco, fuori dalle ore notturne (imprescindibili per un autentico riposo), dormire sul primo giaciglio che ci capita a tiro o altre malsane soluzioni che contribuiscono a martoriare il normale ritmo sonno-veglia.
Il consumo cronico dell'alcool ottenebra la capacità dell'orologio biologico di regolare le attività quotidiane per azionarsi, interviene sui reticoli naturali di attività e pregiudica in maniera il ritmo circadiano, ovvero l’orologio del nostro organismo, anche nei giorni successivi a una sua smodata assunzione.
In correlazione a quest'ultimo punto, la Anxiety and Depression Association of America ha mostrato come i risultati delle recenti ricerche dimostrino che un riposo disturbato, dall'alcol in questo caso, possa innescare stati d'ansia molto intensi.
Spostare gli equilibri: alcol e cervello
Difficoltà a camminare, visione caledoscopica, linguaggio confuso, riflessi alterati, memoria a tratti offuscata: chiaramente, l'alcol colpisce il cervello.
Alcune di queste menomazioni sono rilevabili dopo solo una o due bevande e si risolvono rapidamente non appena si mette da parte il bicchiere. D'altra parte, una persona che beve pesantemente per un lungo periodo di tempo può avere deficit cerebrali che persistono nonostante un riconquistata sobrietà.
Come l'alcol colpisce il cervello e la probabilità di invertire l'impatto del bere sul cervello sono, oggi, argomenti caldi della ricerca medica.
È risaputo che il consumo di alcolici pesanti può avere effetti di vasta portata sul cervello, che vanno dai semplici "scivoloni" di memoria a condizioni permanenti e debilitanti che richiedono cure pro vita. Inoltre, anche un consumo moderato porta a compromissioni a breve termine, come dimostra l'ampia ricerca sull'impatto del bere sulla guida.
Una volta svaniti gli effetti dell'alcol, il nostro cervello cerca immediatamente di recuperare la situazione di equilibrio normativo chimico-fisico che gli è funzionale, l'omeostasi. Ma può capitare che esso vada nella direzione opposta, verso uno stato d'ansia, nausea e stress.
L’esperienza dell'alienazione derivante dallo sconquassamento degli equilibri celebrali si rende esplicita poi attraverso delle strutture affettive, come la timidezza.
Il timido ha una coscienza viva e costante del suo corpo quale è per gli altri; il malessere costante può determinare delle psicosi, che altro non sono che la percezione metafisica ed inorridita dell’esistenza del mio corpo per gli altri.