Il Consiglio Superiore di Sanità chiede di vietare nuovamente la vendita di cannabis light, ma il ministro della Salute risponde dicendo che si tratta di una conclusione un po' troppo forte dal momento che la quantità di sostanza presente nella marijuana "legale" è un quantitativo molto basso. Giulia Grillo specifica che ad ora non si pensa alla chiusura dei negozi che vendono cannabis light e che basterebbe una precisa regolamentazione, poi aggiunge che "la conclusione di proporre il divieto di vendita sarà interamente da valutare alla luce di reali prove di nocività.

Agli italiani che ieri hanno letto un po' di notizie allarmistiche dico comunque di stare tranquilli". Ribadisce dunque che al momento il divieto non è in discussione, casomai è necessaria una regolamentazione del settore: per il ministro, esponente del M5s, sarà necessario attuare un divieto di vendita ai minori, proprio come è stato fatto per l'alcol e per le sigarette.

Continua la valutazione sulla cannabis light, intanto Coldiretti mette in guardia per le aziende coltivatrici

Stando a quanto riportato da Giulia Grillo il precedente ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, chiese il 19 febbraio al Consiglio Superiore di Sanità informazioni inerenti ad eventuali ripercussioni della cannabis light sulla salute di chi la fuma, questo perché non si hanno ancora risultati effettivi sugli effetti a lungo termine, in particolare di donne gravide ed anziani.

Giulia Grillo spiega che appena riceverà tali informazioni provvederà per le decisioni più adeguate, ovviamente sotto stretta consultazione con gli altri ministri.

Coldiretti si è espressa mettendo in evidenza le eventuali ripercussioni sulla coltivazione di cannabis sativa, specificando che nel corso degli ultimi cinque anni i terreni coltivati da marijuana legale sono aumentati di ben dieci volte.

L'associazione indica che occorre fare completa chiarezza sulla vicenza, tutelando i cittadini e le moltissime aziende agricole che hanno investito nella coltivazione di canapa.

Chiusi due negozi di cannabis light a Macerata perchè vendevano prodotti con THC troppo alto

Proprio ieri, quando è giunta la nota del Css, in seguito a un'operazione condotta dalla polizia due negozi di Macerata adibiti alla vendita di cannabis legale sono stati chiusi in quanto vari prodotti che ne contenevano non erano a norma con gli standard consentiti dalla legge.

Stando a quanto ricostruito, gli agenti hanno condotto l'indagine sul principio attivo di varie creme, dolci e prodotti vari, rilevando una percentuale di thc superiore allo 0,6%, oltre ai limiti di legge e quindi illegale. Gli agenti hanno proseguito con la perquisizione e il sequestro dei prodotti. Stando a quanto riportato dai media locali, all'interno dei due negozi sono state rinvenuti anche delle sostanze stupefacenti.