La malattia di Chagas è una patologia infettiva determinata da un protozoo che penetra nell'organismo tramite la puntura di una cimice. L'infezione è tipica dei Paesi del Sud America, ma negli ultimi anni ha cominciato a diffondersi anche in Europa, ad esempio in Spagna e Italia. D'altronde la globalizzazione determinando lo spostamento di una enorme massa di persone può comportare, anche per cause accidentali, l'adattamento in un nuovo ambiente di insetti che possono essere vettori di malattie infettive, cosa che avviene ad esempio proprio nel caso della patologia di Chagas.

Il contagio avviene tramite la puntura di cimici ematofoghe, ovvero che si alimentano col sangue, che veicolano il protozoo Trypanosoma cruzi. In breve nell'80% dei casi casi l'infezione si contrae nel seguente modo: la cimice che vive nelle fessure dei muri o nei tetti delle abitazioni costruite con materiale inadeguato, esce allo scoperto di notte quando diventa attiva per alimentarsi del sangue umano, il nutrimento fondamentale per la sopravvivenza di questo insetto. Di solito pungono il viso vicino alle labbra e lasciano le loro feci e urine che contengono il protozoo, vicino alla parte dove hanno morso. Se quindi il soggetto si gratta a causa del prurito, permette all'agente infettivo di penetrare nella ferita e quindi di diffondersi nell'organismo.

Anche toccarsi la bocca o gli occhi dopo lo strofinamento può rappresentare una via di contagio. Oltre che in questo modo, l'infezione può trasmettersi anche mediante la trasfusione di sangue infetto, l'ingestione di alimenti e bevande contaminate, il trapianto di organo e la trasmissione da madre a figlio durante la gravidanza.

Malattia di Chagas: fase acuta e cronica

È possibile distinguere una fase acuta e una cronica. La prima dura circa due mesi dopo l'infezione, si caratterizza per l'elevata circolazione di parassiti nel sangue, tuttavia nella maggior parte dei casi non vi sono sintomi evidenti o comunque sono molto leggeri. I primi segni sono rappresentati da una lesione della pelle oppure da un gonfiore con arrossamento che interessa le palpebre di un occhio.

In alcuni casi invece può presentarsi una sintomatologia più severa che include mal di testa, febbre, ingrossamento dei linfonodo, disturbi a livello intestinale e respiratorio e fegato ingrossato. Durante la fase cronica che colpisce soprattutto gli uomini, invece il parassita si annida nel tessuto cardiaco e nel tratto digerente. La presenza del protozoo anche dopo 10-20 anni, può dar luogo nel 30% dei pazienti a problemi al cuore, ad esempio scatenando aritmie o un arresto cardiaco, mentre nel 10% dei casi i pazienti risultano affetti da disturbi di natura digestiva, ad esempio stitichezza e aumento delle dimensioni del colon e dell'esofago. In Italia si stima che siano affette dalla malattia tra le 5000 e le 12mila persone. Riguardo alla cura, la somministrazione di benznidazole e nifurtimox, se avviene durante l'insorgenza della fase acuta, rappresentano una scelta terapeutica di grande efficacia.