I farmaci per la cura della disfunzione erettile potrebbero avere se non proprio i giorni almeno gli anni contati. Infatti un team di scienziati provenienti da diverse università americane tra le quali la UC San Francisco, anche se il nucleo principale del team appartiene alla Kaiser Permanente, un'organizzazione non profit che si interessa di temi sanitari con sede ad Oakland in California, sarebbero riusciti ad individuare un'anomalia genetica relativa ad un cromosoma specifico e che sarebbe direttamente collegata all'insorgenza di questo fastidioso distubo che può minare profondamente non solo l'autostima maschile, ma anche l'armonia della coppia.

La variante cromosomica identificata

Il team di scienziati, guidati dal Professor Stephen Van Den Eeden che lavora alla Kaiser Permanente, avrebbero isolato questa variante genetica all'interno del cromosoma 6. Da parte sua, il cromosoma 6 e, quindi, anche la sua variante sarebbe strettamente collegato ad un gene specifico denominato "SIM1". Tale gene regola un determinato circuito ormonale, quello della leptina - melanocortina che influenza in egual misura sia il il livello di appetito, e quindi incide sull'indice di massa corporea, sia l'attività sessuale dell'individuo.

L'indagine che ha portato alla scoperta

Per giungere a queste conclusioni, in maniera certa ed incontrovertibile, il team di scienziati americani ha analizzato i dati clinici raccolti in un database informatico relativi ad un campione molto vasto di soggetti, per lo più di origine anglosassone.

In totale sono stati analizzati con la tecnica denominata genome wide association circa 36000 individui maschi adulti.

La tecnica del genome wide association in pratica riesce ad abbinare ad ogni variante genetica la malattia che, potenzialmente, può derivarne. Di conseguenza, questa procedura di analisi genetica ha consentito di identificare la correlazione esistente tra l'anomalia cromosomica del gene "SIM1" e l'insorgenza nell'individuo della disfunzione erettile.

Un'altra scoperta collegata fatta dal team americano, e che sfata un mito vecchio di secoli, è che la disfunzione erettile non sarebbe in alcun modo collegata all'aumento di peso. Ma anzi sfrutterebbe un meccanismo completamente differente collegato al cervello e ai neuroni del desiderio sessuale.

Di conseguenza, da ora in poi potrebbero essere prodotti dei farmaci per la disfunzione erettile estremamente più efficaci.

E questo in quanto mirati a correggere l'eventuale anomalia genetica presente. Ridimensionando di molto, anche se non del tutto, il ruolo di medicinali tradizionali e famosi come il "Viagra". Anche perché come hanno evidenziato gli scienziati americani, presentando la scoperta in un articolo pubblicato sulla rivista americana "Proceeding of National Academy of Sciences", la disfunzione erettile riconosce tutta una serie di fattori di rischio che vanno da quelli psicologici a quelli ormonali fino a quelli neurologici e cardiovascolari.

Anche i fattori strettamente genetici erano stati indagati, anche se non con la profondità dell'attuale studio americano. E si era visto come almeno un terzo dei casi di disfunzione erettile in pazienti nati da parto gemellare fossero da attribuire a cause genetiche.

Ora, comunque, i prossimi farmaci per la cura della disfunzione erettile potranno incidere su un circuito ormonale specifico. Quello della leptina - melanocortina appunto. Per fare un esempio potrebbero essere prodotti dei farmaci contenenti degli antagonisti della malattia in grado di produrre un'erezione. Ma questo aspetto, come anche quello di ulteriori terapie, deve essere ulteriormente approfondito.