Cammelli, dromedari, lama, alpaca, guanaco, vigogna appartengono tutti alla famiglia dei camelidi, la stessa che ha ispirato il vaccino sperimentale antiinfluenzale messo a punto presso The Scripps Research Institute. Nelle prove di laboratorio questo vaccino è risultato efficace nel contrastare i virus influenzali di tipo A e B, responsabili della maggior parte dei casi influenzali nell’uomo. In teoria questo vaccino potrebbe contrastare 60 varianti diverse di forme influenzali. La sua azione è molto più rapida rispetto ai vaccini tradizionali, ed è sufficiente una inalazione per via nasale mediante uno spray.

Un vaccino universale

Il nuovo vaccino messo a punto in California assicura una protezione duratura dove gli anticorpi monoclonali, specifici per i ceppi influenzali di tipo A e di tipo B, sono collegati insieme in un anticorpo multidominio. Il tutto grazie ad un vettore ricombinante, in grado di assicurare una efficiente somministrazione intranasale.

A questo si è giunti immunizzando dei lama con un vaccino influenzale. Dagli anticorpi monoclonali generati sono stati successivamente isolati le componenti variabili delle catene pesanti degli anticorpi generati. Attraverso una visualizzazione fagica (phage-display) sono stati isolati i singoli domini di anticorpi monoclonali contro due tipi di influenza A (SD36 e SD38) e due tipi di influenza B (SD83 e SD84).

Da studi di neutralizzazione in vitro, l’SD36 è risultato estremamente attivo sui ceppi del gruppo 2 (H3, H4, H7 e H10) ma non del gruppo 1 (H1, H2 e H5). Mentre l’SD38 è risultato attivo sui ceppi del gruppo 1 (H1, H2 e H5) e, in misura minore, su qualche ceppo del gruppo 2 (H3, H7 e H10). SD83 e SD84 hanno invece neutralizzato i virus rappresentativi di entrambi le linee dell'influenza B.

Combinando le linee SD38-SD36 e SD83-SD84 queste sono risultate estremamente efficace, rispetto alle singole linee prese singolarmente, nel contrastare i virus selezionati dell'influenza A e B.

Questi pezzi di anticorpo, derivanti da anticorpi di camelidi (es. dei lama), combinati con un vettore idoneo, hanno portato a due vaccini, MD3606 e MD2407, in grado di assicurare una efficiente copertura vaccinale.

In particolare, somministrati a topi vecchi e immunodeficienti, i vaccini li hanno protetti da una dose letale di H1N1. La protezione si è prolungata per oltre 9 mesi nei topi, e 4 mesi nei macachi rhesus (primati diffusi in Asia). MD3606 e MD2407 mostrano una efficacia quasi universale contro i virus dell'influenza A e B, e possono entrambi essere espressi da un singolo vettore di adenovirus ricombinante, AAV (recombinant adeno-associated virus).

Se i risultati preclinici appena descritti dovessero essere confermati nell'uomo, una singola somministrazione intranasale annuale, di un vaccino tipo AAV/MD3606, potrebbe fornire una protezione passiva per l'intera stagione influenzale. Un beneficio non trascurabile per anziani e altri gruppi ad alto rischio.

La rapida insorgenza della protezione, unitamente ad una vasta copertura contro molti ceppi influenzali, rendono un vaccino tipo MD3606 consigliabile nella profilassi immediata, all'esordio di una pandemia influenzale, con vantaggi sostanziali rispetto ad una vaccinazione tradizionale.

Ad un secolo dalla spagnola

Corre proprio quest’anno un secolo dalla famosa “grande influenza” o “influenza spagnola”. Nel 1918, appena terminata la Prima Guerra Mondiale, le popolazioni furono colpite da una pandemia influenzale, insolitamente mortale. Nel biennio 1918-1920, in ogni angolo del pianeta circa 500 milioni di persone furono colpiti. Decine di milioni, in prevalenza giovani adulti precedentemente sani, morirono a causa di questa forma influenzale causata dal virus dell'influenza H1N1.

In questo secolo la Scienza medica ha compiuto passi da gigante ma nessuno può escludere che in futuro ci possa essere un’altra pandemia influenzale. Certamente le vittime non saranno paragonabile a quelle della “grande influenza spagnola” ma attrezzarsi in tempo può essere opportuno.

Questo nuovo vaccino, se negli studi clinici risponderà altrettanto efficacemente come nei test preclinici, rappresenta un presidio che va proprio in questa direzione.