I pediatri britannici hanno ideato una sorta di questionario lampo per stabilire se i bambini e ragazzi passino troppo tempo davanti a schermi di computer, tablet e smartphone, e se corrano un pericolo. Secondo loro non ci sono dei limiti di tempo precisi, per cui è inutile misurare il tempo passato davanti alla tv o al cellulare. Il segreto è sincerarsi che l'utilizzo di dispositivi elettronici non sostituisca tutte le altre attività, per prima il sonno. I pediatri lo hanno reso noto nelle nuove linee guida pubblicate dal Royal College of Paediatrics and Child Health nel Regno Unito.

È stato ideato anche un breve test, costituito da quattro domande, che aiuta a capire quando l'utilizzo è eccessivo.

Sedentarietà, obesità e depressione

I pediatri britannici ritengono inoltre, basandosi su studi pubblicati da Bmj Open, che ci sia una stretta correlazione tra le ore passate davanti agli schermi e patologie come obesità e depressione. Non è ancora chiara la relazione: potrebbero essere i dispositivi tecnologici a provocare i disturbi, oppure gli adolescenti con le suddette patologie potrebbero esser più inclini ad utilizzarli e a sviluppare una dipendenza. Secondo gli esperti non è opportuno porre dei limiti a priori, ma bisognerebbe prima farsi delle domande, per capire quante ore effettivamente la famiglia intera passi davanti ad uno schermo o se l'uso dei dispositivi influisca sulle normali attività della stessa.

Gli schermi ed il sonno

Una questione di fondamentale importanza riguarda l'uso dei dispositivi elettronici e la perdita di sonno. I genitori dovrebbero monitorare i figli per capire se le ore passate sugli schermi interferiscano con il sonno, e anche se l'uso dei dispositivi modifichi il normale impulso a mangiare. Se sonno e cibo non sono coinvolti non c'è da preoccuparsi, ma se si verificano dei problemi è il caso di limitare l'accesso ai dispositivi, perché le ore passate davanti allo schermo potrebbero essere un fattore scatenante di patologie.

Ma al momento non esistono prove di ciò, come affermato dai pediatri britannici. L’RCPCH, infatti, dopo dibattiti e discussioni che durano ormai da sei anni, non condanna il tempo trascorso davanti agli schermi come un elemento "nocivo" per i bambini e non dirama linee guida in cui si indichino tempi massimi di utilizzo di smartphone e tablet. L'unico consiglio per le famiglie è continuare a svolgere le normali attività quotidiane come l'esercizio fisico, il tempo trascorso con genitori e fratelli, e le giuste ore di sonno.