In Italia, circa 12 milioni di persone evitano di mangiare la pasta la sera perché convinte che l'elevato contenuto di carboidrati favorisca l'aumento di peso. Lo studio amaricano del Brigham and Women Hospital di Boston, ha analizzato gli effetti del consumo serale di pasta, nelle giuste quantità, sul peso corporeo, sonno e stress.

In Italia il 65% della pasta è consumata a pranzo

La pasta è uno degli alimenti più apprezzati dagli italiani, ma la convinzione popolare limita il consumo a cena per via dell'alto apporto calorico. Negli ultimi anni, i millennials risultano essere in controtendenza, infatti il 39% non rinuncerebbe per nessun motivo alla spaghettata serale con gli amici.

In occasione della Giornata mondiale del sonno del 15 marzo 2019, la rivista The Lancet Public Health, ha pubblicato i risultati dello studio americano della Brigham and Women Hospital, condotto per analizzare gli effetti della pasta sul riposo notturno e sullo stress. I ricercatori hanno dimostrato che il consumo di pastaciutta a cena, specialmente nelle persone che soffrono d'insonnia e stress, aiuta a rilassare, a conciliare il sonno, non provoca aumento di peso e facilita il dimagrimento per la presenza dell'aminoacido triptofano e vitamine del gruppo B.

Luca Piretta, nutrizionista del consiglio direttivo della Società italiana di scienze dell’alimentazione, sottolinea che la pasta favorisce la sintesi di insulina, un'ormone che aumenta l'assorbimento del triptofano.

Questo aminoacido è molto importante perché precursore della serotonina e melatonina, regolatori rispettivamente dell'umore e del ritmo del sonno. La pasta italiana mantiene la consistenza al dente durante la cottura, grazie al metodo di produzione, tanto da garantire una digeribilità molto alta.

I consigli dell'Unione Italian Food

La guida alimentare dell'Unione Italian Food consiglia di consumare di sera al massimo 80 grammi di pasta, preferire la versione integrale per via del più alto contenuto di vitamine del gruppo B e variare gli abbinamenti preparando la pasta con i piselli, fagioli, zucchine e vongole. Il condimento da preferire è l'olio d'oliva molto importante per ridurre le infiammazioni, da aggiungere a crudo o a fine cottura, saltando la pasta in padella.

La guida italiana consiglia, alternativamente al piatto di pasta tradizionale, il piatto unico a base di pasta e di una fonte di proteine come pesce magro, verdure cotte o crude e legumi capaci di rallentare l'assorbimento dei carboidrati.