L'Italia, primo paese europeo per numero di contagi da Coronavirus (nella giornata di ieri, 12 marzo 2020, sono stati confermati 12839 positivi, 1016 decessi e 1258 guariti per un totale di 15113 casi secondo la fonte del Sole 24 ore), sta vivendo un periodo alquanto burrascoso in seguito alla decisione presa dal premier Giuseppe Conte il quale, notando gli incrementi esponenziali dei contagi in un lasso di tempo esiguo, ha optato per la formulazione di un decreto estremamente limitante per la vita collettiva e la socialità in generale: se prima era stata imposta una semplice limitazione degli spostamenti permettendo quelli effettuati per ricoprire una necessità primaria accertata tramite la compilazione di un'autocertificazione cartacea (trasporto medicinali, lavoro e acquisto di generi alimentari) con la chiusura provvisoria dei luoghi affollati come Università e scuole, la sera dell'11 marzo è stata emessa una nuova restrizione ancora più gravosa sotto il profilo economico: sospensione delle attività commerciali, tra cui quelle incentrate sulla ristorazione e sulla vendita al dettaglio ritenuta secondaria per le esigenze della popolazione (centri commerciali, negozi di abbigliamento, gioiellerie et cetera...).

L'attività sportiva è concessa al di fuori del proprio domicilio? Argomento dibattuto

Riversano costantemente in tali giorni svariati quesiti da parte della consistente nicchia sociale degli atleti, siano essi agonisti che amatori, disseminati tra commenti, post e storie su Facebook ed Instagram circa il loro destino.

L'argomento concernente l'attività sportiva é alquanto confuso, in quanto molte informazioni circolanti in rete circa tale tematica differiscono e, molto spesso, racchiudono precetti contrastanti.

Secondo la disposizione vigente, l'attività sportiva all'aperto rientrerebbe tra le necessità primarie della popolazione purché si effettuino in solitudine o mantenendo la distanza interpersonale di un metro evitando di oltrepassare il confine del proprio comune di residenza e assembramenti di vario genere.

Tuttavia, secondo ciò che ha espresso la sera dell'11 marzo il capo della protezione civile, Angelo Borrelli, si dovrebbe essere muniti dell'autocertificazione cartacea anche muovendosi a piedi e, tale pratica, sarebbe concessa solo per ragioni di giustificata urgenza, dunque l'attività fisica sarebbe tagliata fuori da tale disposizione.

Un ultimo aggiornamento di Repubblica risalente in data di ieri, 12 marzo 2020, chiarisce come la passeggiata e l'attività all'aria aperta siano sconsigliate ma non ne sia stato fatto divieto assoluto, ergo non sanzionabile né amministrativamente né penalmente purché vengano rispettate le regole menzionate dianzi.

Una situazione ostica, in tali momenti la vicinanza del popolo è espressa dal rispetto e dal mantenimento delle distanze disposte dal decreto Conte. Questi sacrifici verranno presto ripagati.