Secondo uno studio della Zhejiang University, mangiare troppo cibo fritto potrebbe favorire i disturbi di ansia, depressione e danneggiare il benessere mentale. La ricerca, pubblicata sulla rivista Pnas, mette in guardia sui rischi psicologici di un consumo eccessivo di alimenti fritti come patatine, snack e cibi confezionati.

Lo studio sostiene che il consumo eccessivo e protratto di cibo fritto e congelato, come patatine, snack salati e alimenti confezionati, può favorire in maniera significativa la comparsa di gravi disturbi d'ansia, depressione e compromettere il benessere mentale e la Salute psichica.

Per salvaguardare la sanità mentale, gli esperti raccomandano con decisione di limitare il più possibile il consumo di alimenti fritti ricchi di acrilammide, preferendo invece una dieta equilibrata, nutriente e povera di grassi saturi e additivi. Un regime alimentare sano si conferma ancora una volta lo scudo più efficace per una serena psiche e una longeva integrità fisica.

La ricerca cinese: ansia e depressione dietro troppi fritti

Analizzando nel dettaglio i dati di oltre 140mila persone, lo studio rivela che chi si nutre abitualmente di troppi cibi fritti accresce del 12% il rischio di ansia e del 7% quello di depressione. I giovani, in particolare gli under 30, e il genere maschile sembrerebbero maggiormente esposti ai pericoli di una dieta ricca di fritti e grassi saturi.

L’acrilammide, nemico della salute mentale

I ricercatori hanno messo in luce come l’acrilammide, sottoprodotto del processo di frittura di cui sono ricchi i cibi fritti, alteri profondamente il metabolismo lipidico cerebrale, provocando un’insidiosa neuroinfiammazione, inducendo gravi disordini nel metabolismo degli sfingolipidi e dei fosfolipidi, molecole fondamentali per l’equilibrio psicologico e il tono dell’umore.

Promuove inoltre uno stato di stress ossidativo con produzione di radicali liberi che concorrono allo stato di ansia e depressione.

Studio epidemiologico e prove sul meccanismo

Attraverso un’analisi epidemiologica mirata e lo studio approfondito dei meccanismi biochimici e neuropatologici implicati, la ricerca fornisce prove dei rischi per la salute mentale e il benessere psichico associati a un’alimentazione ricca di cibo fritto. I risultati lasciano intendere che ridurre drasticamente l’assunzione di questi alimenti potrebbe apportare rilevanti benefici di natura psicologica, concludono gli scienziati.