Vittoria convincente e passaggio del turno raggiunto: il Milan rifila tre goal ai belgi dell’Anderlecht e complice il pareggio dello Zenit contro il Malaga, approda agli ottavi di finale. Priva di significato a questo punto l’ultima partita del girone che vedrà la squadra di Allegri impegnata proprio contri i russi tra due settimane a San Siro.
Il tecnico livornese in avvio opta per il solito 4-3-3, lascia in panchina Pato e schiera in avanti il trio composto da Boateng, El Shaarawy e Bojan. Dopo un primo tempo condito da un dominio territoriale costante ma sterile ed improduttivo (impalpabili le prestazioni di Bojan e Boateng) la squadra di Allegri si scuote nella ripresa, passando in vantaggio già al secondo minuto grazie alla zampata del faraone, abilissimo a girare in rete un perfetto cross proveniente dalla destra.
I belgi paiono poca cosa, e nonostante qualche tentativo del centravanti Mbokani non riescono ad impensierire più di tanto Abbiati, distintosi invece durante la prima frazione per un difficile intervento compiuto coi piedi.
La gara scorre senza particolari patemi, col Milan a fare la partita e l’Anderlecht pronto a ripartire in contropiede. Al 25° della ripresa Montolivo calcia però una punizione profonda imbeccando in posizione defilata Mexes, controllo col petto e rovesciata volante che non lascia scampo al portiere belga.
Un autentico capolavoro stilistico quello di Mexes, capace di imprimere forza e precisione ad un pallone calciato in acrobazia da almeno una ventina di metri e da posizione assolutamente decentrata rispetto alla porta difesa da Proto.
Partita chiusa penserete, ed invece in vantaggio di due goal ed in superiorità numerica a causa dell’espulsione di Nuytinck, il Milan subisce il ritorno dei belgi che accorciano le distanze grazie a De Sutter; lasciato completamente libero all’interno dell’area piccola, il centrocampista subentrato tre minuti prima a Praet non ha alcuna difficoltà a battere Abbiati con un preciso tocco sottomisura.
I belgi a questo punto ci credono e provano a spingere, ma la pochezza tecnica e l’inferiorità numerica rappresentano una montagna troppo alta da scalare; al 91° il solito El Shaarawy scappa sulla fascia, supera in dribbling mezza difesa ed appoggia il pallone a Pato, che tutto solo e a porta spalancata non può davvero sbagliare. Partita chiusa e qualificazione in cassaforte…