Quasi sette anni sono passati da quell'11 maggio 2006, il giorno in cui Luciano Moggi, travolto dallo scandalo Calciopoli, rassegnò le dimissioni da Direttore generale della Juventus. Ancora oggi, però, Big Luciano segue dall'esterno le vicissitudini del club bianconero e non perdere occasione per esprimere il suo parere sulle scelte societarie della dirigenza juventina. Un parere che è tenuto parecchio in considerazione da una buona parte dei tifosi bianconeri che ricordano con nostalgia i colpi di mercato portati a segno da Moggi nei dodici anni alla Juventus.
Moggi, intervistato da Fabrizio Biasin su Libero TV, ha commentato così la recente eliminazione della Juventus ad opera del Bayern Monaco nei quarti di Champions League: "Non si poteva fare molto di più, il Bayern è molto più forte della Juve. I bianconeri hanno bisogno di giocatori di qualità". Big Luciano ha evidenziato poi come sia presente una mancanza di sintonia tra Conte, che chiede top player per colmare il gap con le big europee, e Marotta, che invece ricorda come non ci siano soldi per comprare grandi nomi: "Non c'è sintonia tra i due nelle dichiarazioni. Non è corretto dire 'non si può spendere', è troppo semplicistico. Bisognerebbe dire 'non si sa vendere', perché cedendo i giocatori al prezzo giusto si possono comprare giocatori importanti.
La Juve dal 2000 in poi non aveva soldi da investire, perché la Fiat non poteva più finanziare il club e aveva chiuso i rubinetti. Io, però, mi guadagnavo lo stipendio vendendo Zidane a 150 miliardi e Inzaghi a 80, poi con quei soldi compravo Buffon, Thuram, Cannavaro... e riuscivamo anche a fare i dividendi con gli azionisti. Conte parla in questo modo perché ricorda come si facevano le cose in quella Juve".
Moggi rafforza il concetto con esempi pratici: "Io se avessi comprato Krasic a 13 milioni, non lo avrei rivenduto a 5, ma a 25 milioni. Quando Ancelotti non volle più Henry, per esempio, io lo riuscii a vendere all'Arsenal per 33 miliardi, anche se il francese nella Juve non aveva mai giocato.
Così le casse del club erano floride, nonostante non ci dessero praticamente nulla a livello economico".
Per quanto riguarda i giocatori della rosa juventina sa sacrificare all'altare dei top player, Moggi ha le idee chiare: "Oltre ai soliti Matri e Quagliarella, io darei via subito Vucinic, nonostante sia il beniamino di tutti. Nel doppio confronto con il Bayern abbiamo visto un giocatore come Mandzukic che prima pressa i portatori di palla e poi fa gol, mentre Vucinic aspetta la palla tra i piedi e spesso la perde sbagliando l'uno-due. Il montenegrino farà anche dei gol belli, ma con lui non si vince niente".
Durante l'intervista Moggi non si fa sfuggire l'occasione di lanciare una stoccata nei confronti dell'Inter.
Riguardo alle proteste dei nerazzurri dopo Inter-Atalanta della scorsa settimana, l'ex dg bianconero ha commentato: "Probabilmente il rigore per l'Atalanta non c'era, però non dicono che il gol di Alvarez era da annullare in quanto viziato in precedenza da un fallo di Rocchi. Nell'Inter c'è mancanza di programmazione. Negli anni in cui ha vinto, lo ha fatto grazie ai giocatori comprati dalla Juventus, Ibrahimovic in primis".