Nel mondo dello sport, l'utilizzo di sostanze dopanti che incrementinole prestazioni dell'atletaè sempre stata una costante negativa, ma gli ultimi dati ci rivelano chei casi sono addirittura aumentati. Che sia perché oggigiorno i controlli sono aumentati oppure che l'uomo si sente insoddisfatto dei propri risultati, le statistiche parlano da sé. Sarebbero 800 su 5000gli atleti che, a seguito dei mondiali e i giochi olimpici avvenuti tra gli anni 2001 e 2012, sono risultati positivi nei test antidoping.

L'atletica leggera- Mentre sul fronte del ciclismo assistiamo allo stop di Taborre, è proprio dall'atletica leggerache arrivano i dati più preoccupanti.

Sarebbero infatti 146 (di cui 55 d'oro) le medaglieda considerare sospette e molte altre le prestazioni da mettere in discussione. Fa scalpore il caso dei campionati del mondo del 2011 a Daegu, in Corea del Sud. Secondo la W.A.D.A (World Anti-Doping Agency) furono tra il 29 e l 34% gli atleti che nell'ultimo anno avevano fatto uso di sostanze dopanti, percentuali negate dalla IAAF. Tuttavia, volendo considerare un caso più recente, basta prendere in esame la Diamond League svoltasi a Losanna lo scorso luglio. La sfortunata finale dei 100 metri ha visto la squalifica di 5 su 7 atleti in gara: il vincitore Justin Gatlin(crono 9’75”), Powell, Gay, Rodgers e a Collins. Uno sguardo al futuro? La Russia schiererà un solo atleta nella disciplina della marcia nei prossimi mondiali, a causa deipassati casi di doping.

I motivi - Non dimentichiamo però che non sempre le situazione sono limpide e semplici come ci appaiono. Spesso, infatti, dietro a queste vicende ci sono complesse storie di insuccessi personali, depressioni e un disperato bisogno di sentirsi realizzati, che si "risolvono" con l'ausilio di sostanze dopanti, spesso mascherate sotto forma di integratori alimentari.

Ciò che desta sconcerto è com'è possibile che a livelli così alti questi atleti pensino di poter eludere i controlli oppure passarli indenni. Per rispondere a questo interrogativoè da considerare anche il fatto che queste sostanze creano molto spesso dipendenza psicologicae che quindi chi li assume sia disposto a compiere gli atti più estremi per mascherarsi.

In conclusione - Ma come agire per ridurre al minimo questa pessima pratica? Utile potrebbe risultare investire maggiormente sulle campagne di prevenzione, per convincere gli sportivi che, oltre a ingannare i loro spettatori ecompagni di allenamento, media e allenatori, ingannano in primo luogo loro stessi.