Un colpo duro per il mondo del Ciclismo, anche se ormai dovremmo essere abituati ad incassarli. La notizia arriva nella serata di ieri e purtroppo parla di doping: un'altra positività, ancora un italiano purtroppo, ancora un ciclista della Androni Giocattoli.

La positività di Fabio Taborre e lo stop per l'Androni -Taborre è stato trovato positivo alla FG-4592, un farmaco usato normalmente per il trattamento dell'anemia. In questo caso però il suo scopo viene alterato ed è considerato doping perché stimola la formazione di nuovi globuli rossi, incrementando così le performance.

Il controllo è stato effettuato il 16 giugno. Questo è il secondo caso di doping dopo quello di Davide Appollonio, trovato positivo all'EPO il 14 giugno. Questa doppia positività ha fatto scattare in automatico la squalifica per la squadra, ovvero l'Androni Giocattoli.

Una doverosa riflessione -Una notizia del genere non può far rimanere indifferenti. Perché due casi di doping nella stessa squadra, nello stesso mese, vanno analizzati bene. E soprattutto perchè il doping non può essere considerato una caratteristica del ciclismo. Bisogna combatterlo e per farlo non si può far finta di nulla.

Mancanza di controlli -Se consideriamo a priori l'assoluta estraneità dell'Androni a questi fatti, bisogna però riflettere sui controlli.

Se due corridori usano il doping e il loro team non lo sa vuol dire che non c'è controllo. E questo non può non essere una colpa, perché se il doping è un male da sconfiggere, tutti si devono impegnare per impedirlo. Servono controlli interni ai team, in modo da scoraggiare e impedire l'uso di sostanze illecite. Condannare quando i fatti sono accaduti è troppo semplice.

Un male che non si riesce ad eliminare -Il punto più basso del rapporto tra doping e ciclismo è stato toccato con il caso Armstrong.Sette Tour de France consecutivi cancellati per uso di doping, uno scandalo che ha scosso tutto il mondo e non solo quello ciclistico. Da quel momento l'UCI si è impegnata sempre di più per contrastare questo fenomeno, ma a quante pare non ci è riuscita.

Nel 2007 è nato il MPCC, il movimento per un ciclismo credibile, ma viste le continue defezioni, pensiamo all'Astana, e i continui casi, non sta riuscendo nel suo intento.

Ci sono ciclisti puliti? -Questa è ovviamente una domanda retorica, ma purtroppo i continui casi di doping rischiano di contaminare tutto il ciclismo. Basta pensare a quanto successo a Froome nell'ultimo Tour per capire che i sospetti del doping stanno diventando una consuetudine. Se non si combatte seriamente il doping si rischia di farlo diventare parte di questo sport, minandone la credibilità e perdendo ogni certezza sui corridori.