Il primo caso di doping tecnologico, scoperto durante i Mondiali di ciclocross, è al centro del dibattito nel mondo del Ciclismo. Anche al Dubai Tour, la corsa iniziata oggi con la prima volata di Kittel, i campioni al via sono stati sollecitati sullo scandalo che ha coinvolto la belga Van den Driessche. Le reazioni più interessanti sono state quelle di Bradley Wiggins, che ne ha parlato a ruota libera e di un Fabian Cancellara, quasi disinteressato.

Wiggins: biciclette truccate da tempo

Per Bradley Wiggins la scoperta di questa bici truccata non è assolutamente una sorpresa: “E’ la prima che le hanno trovate, ma sono sicuro che siano già state usate in passato e non le hanno trovate”.

netta presa di posizione di Wiggins, che ricorda anche come la bicicletta con cui ha stabilito il record dell’ora nello scorso giugno “è stata fatta a pezzi per trovare qualcosa di irregolare”.

Il campione britannico ha parlato senza remore del caso, dicendosi d’accordo con Eddy Merckx, che ha chiesto la squalifica a vita per i corridori che usano biciclette a motore. Ma si è posto anche degli interrogativi più profondi, chiedendosi come un atleta possa barare in questo senso: “Non direi che la bici con motore è peggio del doping, sono entrambe una brutta cosa. Ma quello che non capisco è la logica di un corridore che vince una gara perché ha un’extra potenza nel movimento centrale. E’ la stessa cosa del doping, ma non riesco a vederne la logica”.

Cancellara: a Dubai per parlare di corse

Fabian Cancellara, anche lui impegnato al Dubai Tour, è stato sottoposto a tante domande sulle biciclette a motore durante la conferenza stampa di presentazione della corsa. Il campione svizzero si è limitato a dire di non aver letto molto su questo caso e di non avere quindi un’idea precisa da esprimere.

“Sono curioso di vedere cosa emerge” è stata una delle poche dichiarazioni di Cancellara al riguardo, che poi è stato stuzzicato sulle annose accuse che gli furono mosse nel 2010. In un video che fece il giro del web, Cancellara fu additato di aver usato una bici truccata per vincere la Parigi Roubaix, un’accusa che non poggiava in realtà su nessuna prova.

“E’ una vecchia storia” si è limitato a dire Cancellara. Ma qui il Team manager della Trek Segafredo, Luca Guercilena, ha bruscamente interrotto la sequenza di domande sulle bici a motore, chiedendo di continuare l'intervista su altri temi. Lo stesso Cancellara ha ribadito il concetto: “Ho già dato la mia risposta, se chiedete ancora posso andare perché non è di questo che vogliamo parlare, ma delle corse”.