Sabato 21 maggio il Giro d’Italia 2016 affronta la giornata più impegnativa, almeno sulla carta: da Alpago (Farra) a Corvara non sono 210 km, ma lo diventano nel disegno della tappa numero 14 della 99esima edizione della Corsa Rosa; tutto per farci stare dentro ben 6 (sei!) GPM, dei quali due di 1° categoria e tre di 2°. Salite vere, insomma!
Il tutto dopo la giornata rebus di Cividale del Friuli, con le sue quattro salite per lo più inedite (e dure), e prima di una cronoscalata che può scavare distanze importanti tra i big. Perché è vero che forse questa non sarà la tappa più dura della storia recente del Giro d’Italia, ma inserita in mezzo a un menù già decisamente ricco si preannuncia una fatica capace di fare la differenza tra chi potrà provare a vincere la corsa e quelli che dovranno accontentarsi di una piazza d’onore.
Percorso e altimetria
Andiamo allora a vederla nel dettaglio, questa Alpago-Corvara. Si parte presto, alle 11.05, e si comincia a salire leggermente fino ad Arabba. Da lì attacco al Passo Pordoi, dove si sale senza strappi a una media del 7%.
Allo scollinamento si scende per 6/7 km, fino al bivio per il Passo Sella, e lo si imbocca. La Montagna Pantani di questo Giro 2016è una salita più semplice solo perché più corta, 5,5 km, ma in realtà le pendenze sono sempre intorno all’8 e c’è una punta a metà dove si sale addirittura al 12%: tutto acido lattico che si mette nelle gambe e le intossica, e intanto il “gruppetto” (con i velocisti e i corridori già in debito di ossigeno) si sarà formato e dovrà provare a rimanere dentro il tempo massimo.
Subito dopo è posto il rifornimento, ma è solo un’illusione visto che si ricomincia a salire verso il Passo Gardena, GPM di 3° categoria sebbene complicato nella prima parte - che porta alla Sella di Culac - con rampe oltre il 7%. Superato lo striscione del Gran Premio della Montagna si scende verso Corvara, e comincia il grande circuito finale.
Il punto chiave
Sono 90 km, che partono subito con il Passo Campolungo (GPM di 2° categoria) giusto per non perdere l’abitudine; poi c’è una parte relativamente semplice che porta fino al km 159 e all’attacco del Passo Giau, il vero momento chiave di questa Alpago-Corvara.
Sono poco meno di 10km di salita, dai 1314 metri di Ponte Codalonga ai 2236 del Giau, e già questo può dare l’idea della difficoltà della salita.
Una salita che comincia quasi subito con una punta al 14%, che morde le gambe, e poi non scende mai sotto l’8%: da paura!
Sarebbe dura già da sola, ma non dimentichiamo che prima di affrontarla i ciclisti avranno già corso 160 km di quelli tutt’altro che semplici, e che superato il GPM non sarà finita lì.
C’è ancora, infatti, il Passo Valparola da Pocol, quindi con passaggio dal Falzarego e un ultimo chilometro da far tremare i polsi con la sua rampa al 14%, ideale trampolino di lancio prima della discesa verso il traguardo di Corvara in Badia.
Finita qui? Assolutamente no, perché prima del bagno di folla conclusivo c’è un dentello di soli 1,3 km, neppure classificato come GPM, ma da Ponte Gadera a La Villa ci sono 400 metri impossibili con un tratto al 19%.
Insomma, una tappa che si presta a continui stravolgimenti e che scaverà sicuramente delle distanze importanti tra i big: se qualcuno andrà in crisi di fame, o verrà appiedato da qualche guaio meccanico, sarà condannato a naufragare e dire addio alle speranze di vincere il GIro.