Appassionati di ciclismo, sabato 28 maggio 2016 c’è un appuntamento imperdibile con la storia; la storia del Giro d’Italia, visto che al termine della Guillestre-Sant’Anna di Vinadio il titolare della maglia rosa sarà anche quello che la porterà fino a Torino, scrivendo il proprio nome sul Trofeo senza fine.
Dopo la durissima giornata di Risoul, il menù prevede ancora tanta salita; magari non impossibile, perché le pendenze sono medie e costanti, ma bisogna tenere conto che siamo alla terza settimana di corsa e che tutte le fatiche affrontate sin qui qualche conseguenza nelle gambe l’avranno lasciata.
Ricordate il Contador in affanno nella penultima tappa del Giro 2015, che rischiò di finire vittima della morsa Astana con Aru e Landa?
La maglia rosa, insomma, è ancora in pericolo, anche perché i 134 km della 20° tappa sono così pochi che qualcuno (dei big) potrebbe anche provare ad attaccare da lontano per portare scompiglio e provare a riscrivere la storia; del resto il terreno per riuscirci c’è tutto…
Percorso e altimetria
Pronti-via c’è subito salita: Col de Vars, GPM di 1° categoria, un primo tratto all’8% di pendenza (per 7 km) e poi per fortuna spiana, ma chi ci mette un po’ a carburare rischia di andare subito in affanno.
Si scollina al km 19 e per fortuna le cose si fanno più facili almeno fino al km 41, visto che dopo il passaggio da Jausiers si affronta il Col de la Bonette (sempre che la neve non ci metta lo zampino…), e per arrivare oltre i 2700 metri bisogna arrampicarsi per oltre 22 km; la pendenza media non è proibitiva, vicina al 7%, ma c’è da dire che - a parte nel finale - non spiana mai!
E naturalmente, come nel tappone dolomitico, dopo due salite certo non è finita…
Il punto chiave
Si scende infatti verso Isola, con altri 40 km relativamente tranquilli: discesa larga, facile, non certo ripida, praticamente la quiete prima della tempesta.
Sì, perché superato l’abitato si punta la stazione sciistica (Isola 2000) e per farlo bisogna affrontare un dislivello di 1500 metri in 20 km. L’inizio è complicato, con punte al 12% e pendenza media sempre intorno al 9, poi dai -13 alla vetta spiana leggermente e la strada comincia ad avvitarsi in tornanti: si vede sempre chi c’è davanti, con la possibilità di metterlo nel mirino, ma gli “indiani” lassù al Colle della Lombarda sembrano rimanere sempre alla stessa incolmabile distanza, in una fatica che può far saltare i nervi.
Attenzione poi perché la discesa è molto tecnica, stretta, ripida: per specialisti veri!
Anche quando si arriva al bivio per Sant’Anna di Vinadio il panorama cambia repentinamente, di nuovo: sono solo 2 km ma la pendenza media è quasi del 10% per questo traguardo inedito (visto che quando era stato programmato, nel 2001, la tappa fu annullata in seguito al blitz dei NAS negli alberghi dei corridori a Sanremo) che assegnerà, senza se e senza ma, la vittoria del Giro d’Italia 2016.