Per la prima volta nel 2017 potrebbe esserci un Ciclismo d’elite senza squadre italiane. La novità sarebbe clamorosa visto il prestigio e la storia del nostro movimento, ma seguirebbe il lento e inesorabile declino delle nostre formazioni. La Lampre Merida, unica formazione italiana attualmente nel World Tour, potrebbe scendere di categoria dopo aver perso parte del suo staff, di corridori e partner finiti alla nuova formazione che sta nascendo in Bahrein.
Ciclismo, il nuovo World Tour
Dal 2017 le squadre del World scenderanno dalle attuali 18 a 17, per poi attestarsi definitivamente a 16 nella stagione successiva.
Tra le 18 squadre del World Tour attuale ne chiuderanno due, la Iam Cycling e la Tinkoff. Un altro posto dovrebbe essere liberato dalla Lampre Merida. La squadra di Giuseppe Saronni sta vedendo una fetta consistente del suo organico migrare verso il nuovo progetto del Bahrein, la squadra in cui correrà anche Vincenzo Nibali. La squadra mediorientale attingerà alla Lampre nel management con Brent Copeland e nei partner tecnici con la Merida. Ci saranno probabilmente anche diversi passaggi di corridori dalla Lampre al Bahrein, forse anche quello di Diego Ulissi. Così ridimensionata, la Lampre non avrà più la forza di restare nel World Tour e con ogni probabilità chiederà l’iscrizione alla categoria Professional, la stessa di squadre come Bardiani e Androni.
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Le squadre World Tour che si confermeranno nella massima categoria saranno dunque 15. Per raggiungere il tetto delle 17 squadre entreranno nelprogetto il Bahrein di Nibali e la Bora Hansgrohe, che sta per annunciare l’arrivo di Peter Sagan.
L’atteso nuovo progetto di Bjarne Riis vedrà probabilmente la sua nascita più avanti. L’ex corridore danese sta attualmente sponsorizzando una piccola squadra continental, l’ex Trefor che ora è stata denominata Virtu Pro Veloconcept. Riis comincerà così a far conoscere il brand con cui svilupperà il suo nuovo team, un progetto innovativo che si prefissa di slegare la squadra al solo sovvenzionamento degli sponsor.
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La discesa del ciclismo italiano
Se la Lampre uscisse dal World Tour, nel 2017 avremmo un ciclismo d’elite senza squadre italiane. Per capire quanto sia clamorosa questa situazione basti pensare che nel primo Pro Tour (la challenge da cui è sorto il WT) le squadre italiane erano ben 4 su 20 e stiamo parlando di solo 11 anni fa. Ma basta tornare un po’ più indietro, agli anni novanta, per trovare un ciclismo italiano presente al Tour de France con 10 squadre sulle 22 totali. Cosa è successo da allora per determinare questo crollo verticale?
Il ciclismo italiano non è stato in grado di rispondere alla globalizzazione del movimento che ha portato sponsor con budget sempre più alti, in paesi con ciclisticamente emergenti come la Gran Bretagna o sostenuti da progetti di bandiera come in Kazakistan e in Russia. Le squadre italiane non hanno saputo invece rinnovarsi e coinvolgere sponsor di grande spessore, allontanandosi così sempre di più dai vertici.