Nella notte tra il 5 e il 6 agosto 2016 si apriranno ufficialmente le Olimpiadi di Rio con la tradizionale cerimonia d’apertura, cioè la sfilata di tutti gli atleti del mondo guidati dalla bandiera del proprio paese e la successiva accensione della torcia olimpica. Quest’anno, però, la tradizione fa posto ad una grande novità, figlia delle guerre e della povertà, della disperazione e della follia umana: infatti potremo vedere, tra le tante ben note, una nuova bandiera composta da 5 cerchi a rappresentanza di un popolo di circa 65 milioni persone, si tratta del “Refugee Olympic Team”.

Perché creare questo Team?

La Squadra di Rifugiati è composta da 10 persone, e non 10 atleti, nati in Siria, nella Repubblica Democratica del Congo, nel Sudan del Sud e anche in Etiopia. Questi uomini e queste donne sono la rappresentazione di come lo sport può rappresentare una concreta via di fuga per chi è costretto a subire quotidianamente l’orrore della guerra e per chi ancora sogna una vita diversa, di pace e di realizzazione dei propri sogni. È proprio per questo che non solo parteciperanno ai giochi, ma lo faranno anche con il giusto agonismo, per rafforzare la propria testimonianza, per far uscire alla luce le proprie potenzialità nascoste da anni dall’ombra della guerra.

I Componenti del Team

Sono scioccanti e veramente emozionanti i racconti di questi atleti: c’è chi come la nuotatrice siriana Yusra Mardini ha spinto con la sorella il gommone colmo di Rifugiati come lei che si stava per ribaltare davanti l’isola di Lesbo, dicendo “Non avevo paura di morire, sapevo che a me e mia sorella non sarebbe successo niente grazie al nuoto”. Diversa invece la storia di Amotun Lokoro, proveniente dal campo di Kakuma, in Kenya, dopo essere fuggito dal suo Sudan. Lì, insieme a Yiech Pur Biel, sono stati selezionati per far parte del Refugee Olympic Team, e diventare così non più semplice ‘rifugiato’, ma ‘ambasciatore dei rifugiati nel mondo’. La portabandiera sarà Rose Nathike Lokonyen, mezzofondista che si è fatta notare dopo aver concluso un’importante gara a piedi nudi, esempio di grandissima forza di volontà e d’amore per lo sport e la libertà. Faranno parte del Team anche Rami Anis, James Nyang Chiengjiek, Anjelina Nada Lohalith, Popole Misenga, Yolande Bukasa Mabika e Yonas Kinde.