La gara di ciclismo maschile in linea si è chiusa in una maniera davvero sorprendente. La corsa infatti è stata vinta dal corridore fiammingo Greg Van Avermaet il quale si è imposto incredibilmente sulle strade baciate dal sole di Rio. Sul podio insieme al belga sono saliti il danese Fuglsang ed il polacco Majka.
Tra squali, robocop e pistoleri alla fine l’hanno spuntata tre buonissimi mestieranti che si sono adattati furbescamente al circuito facendo l’impresa della vita.
La sintesi della gara
Alle 14,30 ore italiane i ciclisti sono partiti da Copacabana iniziando in modo blando i primissimi chilometri del circuito; al quindicesimo chilometro la corsa si è accesa: un gruppo di sei ciclisti capitanati dal campione mondiale 2014 Kwiatkowski ha sorpreso il gruppone dei partecipanti prendendo un vantaggio massimo nei primi 50 chilometri di otto minuti.
Questa prima fuga è stata ripresa dopo oltre tre ore di corsa grazie al lavoro svolto dalla squadra italiana trainata da un Damiano Caruso in splendida forma. Dopo varie cadute ed abbandoni (l'australiano Richie Porte e l'olandese Tom Dumoulin ndr) ad una trentina di chilometri dal traguardo, il gruppo a causa del forcing di Fabio Aru e Vincenzo Nibali si spezza; sulla salita di Vista Chinesa, il siciliano scatta in faccia ad i contendenti portandosi con sè il colombiano Henau ed il polacco Majka.
Durante la fuga, tra scatti e contro scatti il terzetto distanzia gli avversari principali di oltre quaranta secondi ma a 11 chilometri dalla fine, in un tratto in forte discesa, Henau e Nibali scivolano sull’asfalto perdendo minuti e medaglia.
Majka scampato miracolosamente all’incidente si ritrova ad affrontare gli ultimi dieci chilometri da solo in pianura con un vantaggio esiguo su un gruppetto di inseguitori dove è presente il sardo Fabio Aru. A pochissimo dall’arrivo escono fuori dal gruppettino Greg Van Avermaet e Jakopo Fuglsang che come dei treni raggiungono e superano lo stremato polacco. La medaglia d’oro va dunque al belga.