Il caso della pubblicazione di alcuni documenti di esenzioni terapeutiche di Chris Froome e Bradley Wiggins sta facendo molto discutere. Un attacco hacker al sito della WADA ha sottratto alcune informazioni riservate che riguardano le richieste formulate dagli atleti per usare dei farmaci proibiti dall’antidoping, ma permessi in presenza di problemi di salute. Soprattutto le tre richieste di Wiggins per assumere il triamcinolone acetonide e le relative tempistiche hanno fatto sorgere qualche dubbio.
Jaksche: “Quante allergie improvvise”
La posizione più dura sul caso delle esenzioni richieste dai corridori della Sky è stata espressa dall’ex corridore tedesco Jorg Jaksche.
Un parere forse poco credibile per alcuni, visto che si tratta di un corridore che ha concluso la propria carriera con una squalifica per il coinvolgimento nell’Operacion Puerto, anche se dopo essere uscito dal Ciclismo Jaksche ha parlato del suo passato senza ipocrisie e giri di parole. Al sito Cyclingtips, Jaksche ha spiegato che le stesse esenzioni terapeutiche richieste dagli Sky erano molto diffuse ai suoi tempi per muoversi in quella zona grigia che migliora le prestazioni atletiche senza far scattare il doping.
“Usavamo le stesse scuse, l’ho fatto io come tanti altri corridori del mio tempo. Dicevamo che quei farmaci servivano per le allergie ed invece erano solo per migliorare le prestazioni” ha rivelato Jaksche, che punta il dito contro le improvvise allergie che colgono molti atleti.
“Un sacco di gente improvvisamente diventa allergica al Tour de France. È un metodo vecchio, chiedi un’esenzione, il medico della squadra dice che hai dei problemi ed ottieni di fare un’iniezione di cortisone prima del Tour”.
La Sky è parte del problema
Jaksche ha spiegato di non credere all’etica tanto sbandierata dal Team Sky.
“Non sono la soluzione del problema, ma parte di esso” ha continuato l’ex corridore tedesco “Sono un gruppo di ipocriti, quello che è successo con Wiggins dimostra come lavorano”.
Ma cosa hanno rivelato i documenti con le esenzioni terapeutiche richieste da Wiggins e hackerati da un gruppo russo? Il campione britannico ha richiesto ed ottenuto per tre volte di usare il famigerato triamcinolone acetonide.
Nel 2011 e 2012, quando Wiggins puntava al Tour, le richieste sono state effettuate a fine giugno, mentre nel 2013, quando Wiggins corse il Giro, la richiesta arrivò a fine aprile. Si tratta di comportamenti perfettamente leciti secondo il regolamento antidoping, ma che entrano in quella zona grigia che diventauna sorta di doping autorizzato. “Negli anni precedenti Wiggins era arrivato quarto al Tour con la Garmin, ma se avesse avuto questi gravi problemi di allergia non avrebbe mai potuto correre a quei livelli. Poi è andato alla Sky ed è diventato improvvisamente allergico. La tempistica delle richieste è davvero imbarazzante” conclude Jaksche, che però non dà la colpa a Wiggins: “Il problema principale sono le persone che stanno attorno ai corridori”.