Non c'è pace per Bradley Wiggins e per il Team Sky. Dopo la pubblicazione dei file privati della WADA (agenzia internazionale antidoping) da parte di un gruppo di hackers, probabilmente di nazionalità russa, denominato Fancy Bears, emergono nuove indiscrezioni che legano il ciclista e la squadra all'utilizzo di sostanze dopanti, in particolare nel 2011.

Doping per uso terapeutico?

Il documento in questione, presenta un'autorizzazione all'uso medico-terapeutico di una sostanza dopante, ossia il Triamcinolone Acetonide, un corticosteroide ad azione prolungata che il campione britannico, oro su pista nella recente spedizione olimpica di Rio de Janeiro, avrebbe assunto a partire dal 29 giugno 2011, prima del Tour de France, e nel 2013, prima del Giro d'Italia, per curare asma e sintomi derivanti da allergie.

Un pacco sospetto

A destare preoccupazioni nel team inglese, secondo quanto riportato dal Daily Mail Online, è però un pacco recapitato dalla squadra a Wiggins in Francia in data 12 giugno 2011, circa due settimane prima dell'avvio della pratica per l'autorizzazione all'utilizzo di sostanze dopanti e giorno dell'ultima tappa del Giro del Delfinato, con la classifica finale vinta dallo stesso ciclista inglese. L'Ukad, ovvero l'agenzia antidoping britannica, sta indagando per chiarire le dinamiche di questo fatto e per comprendere meglio cosa contenesse il pacco fatto recapitare dal team Sky a "Wiggo".

"Zero tolleranza"

Uno smacco per il team guidato da Sir Dave Brailsford, che da sempre professa ideali di Ciclismo e di sport liberi dall'ombra del Doping e da ogni sorta di possibile aiuto esterno alle prestazioni dello sportivo.

Oltre a Bradley Wiggins, l'utilizzo di sostanze dopanti per uso terapeutico, secondo il dossier violato appartenente alla WADA, sarebbe stato concesso anche ad un ciclista di grande valore come Chris Froome, ma, essendo apparentemente tutto legale e dichiarato, non sono state aperte inchieste in merito.

Quali sviluppi?

Se l'inchiesta dovesse presentare nuovi sviluppi e si scoprisse l'utilizzo di sostanze dopanti, estranee alle autorizzazioni, la squadra potrebbe essere sanzionata, mentre il corridore rischierebbe di vedersi sottratte numerose vittorie e, soprattutto, di essere punito con una squalifica fino a quattro anni.