Se c’è una nazionale che esce con le ossa rotte dalla prova dei professionisti ai Mondiali di ciclismo di Doha questa è certamente la Germania. Presente con soli sei elementi, ma con tre velocisti di rango come Degenkolb, Kittel e Greipel, la nazionale teutonica si è dissolta al primo soffio di vento. Nessuno dei tre leader è riuscito a prendere il ventaglio vincente proposto dai belgi e la rincorsa una volta arrivati nel circuito finale si è rivelata impossibile. Degenkolb non ha nascosto la sua rabbia e frustrazione contro il belga Jens Debusschere, reo di aver tenuto un comportamento poco sportivo.

Mondiali di ciclismo, dov’è la Germania?

La Germania si presentava al via di questi Mondiali con una formazione decisamente particolare. Avendo mancato la top ten della classifica World Tour a squadre, i tedeschi sono stati costretti a correre con solo sei corridori, anziché i nove previsti come contingente massimo. Si può dire che il loro Mondiale abbiacominciato a prendere una brutta piega già da lì, ma quanto successo a Doha è andato contro ogni più pessimistica previsione. La squadra era composta da tre campioni delle volate, Kittel, Greipel e Degenkolb, tre stelle che sarebbero stati leader indiscussi in quasi tutte le altre formazioni e che qui si sono trovati a condividere la squadra affiancati dai soli Tony Martin, Sutterlin e Politt.

Appena la corsa è entrata nella parte con il vento laterale e sono partiti i ventagli dei belgi, i tre gregari tedeschi sono sprofondati nelle retrovie, e i tre capitani si sono fatti trovare impreparati finendo nel secondo gruppo.

Degenkolb, orgoglio e frustrazione

La corsa della Germania è di fatto finita lì. Kittel e soprattutto Degenkolb sono stati costretti a lavorare in prima persona, sfinendosi senza raccogliere nessun risultato.

Degenkolb non ha trovato collaborazione, ed anzi si è scontrato con l’atteggiamento ostruzionistico di Jens Debusschere, uno dei pochi belgi rimasto nel secondo gruppo. Con l’intento di proteggere la fuga dei sei compagni di squadra, Debusschere si è messo a ruota di Degenkolb, in seconda posizione del gruppo inseguitore, facendo volutamente il buco alle spalle del tedesco e rallentando così la già disperata azione di rincorsa.

Una strategia lecita, ma non molto sportiva. Le azioni d’intralcio dei belgi si sono ripetute più volte, finché Degenkolb ha perso la pazienza con Debusschere, e dopo averlo richiamato con gesti plateali gli ha spruzzato l’acqua della borraccia in faccia. Niente di così grave, ma la giuria è intervenuta per placare la rabbia del tedesco, dettata anche dall’andamento così negativo di una corsa in cui la Germania aveva grandissime aspettative.