Non poteva che arrivare così: in trasferta, in rimonta, con i pronostici a sfavore, soffrendo dal primo all'ultimo quindici, nell'edizione con meno aspettative. "È il trionfo di tutto il Tennis argentino", ha dichiarato il capitano Daniel Orsanic a caldo. In effetti, questo successo va letto in quest'ottica: non si possono dimenticare le quattro finali perse, su tutte quella del 2008 giocata in casa (Mar del Plata) contro la Spagna priva di Nadal, quando fu proprio l'eroe di ieri, Juan Martin Del Potro, allora ventenne, a deludere e perdere il secondo singolare.
Una rincorsa iniziata nel 1981, ai tempi di Guillermo Vilas, passata per la racchetta dell'amatissimo David Nalbandian, giusto per citare alcuni dei mostri sacri del tennis "albiceleste" che hanno calcato i campi in questo lasso di tempo.
Il primo singolare dell'ultima giornata, che vedeva di fronte le punte di diamante delle due nazioni finaliste (Del Potro da un lato e Marin Cilic dall'altro), è stato un incontro che passerà direttamente agli annali di questo sport: quattro ore e 57 minuti di gran tennis, di grandi emozioni, di grande pathos. 6/7 2/6 7/5 6/4 6/3 il risultato finale in favore della "Torre de Tandil", che ha lasciato un pezzo del suo grande cuore sull'Arena di Zagabria (a fine gara, in lacrime, ha ricordato che era stato molto vicino ad abbandonare l'attività, in seguito alla serie di delicate operazioni al polso sinistro), sostenuto da un instancabile pubblico, tra cui spiccava un eccitatissimo Diego Armando #Maradona, presente nello stadio della capitale croata dal primo quindici del venerdì all'ultimo punto della domenica.
La sua rimonta è l'emblema di questo storico successo per il Paese sudamericano, che finalmente può annoverare tra le innumerevoli conquiste sportive anche l'insalatiera.
Federico Delbonis, da gregario a eroe nazionale
Il ventiseienne mancino, attuale n. 41 del mondo, ha giocato la partita della vita, non lasciando scampo a un frustrato Ivo Karlovic.
Il bombardiere croato si è fatto insolitamente brekkare per ben quattro volte, cedendo per 6/3 6/4 6/2 nella quinta decisiva partita. È stata proprio l'alta percentuale di punti ottenuti in risposta di Delbonis (44%) a spostare gli equilibri dell'incontro e della sfida intera, che inizialmente pendevano per i padroni di casa.
Infatti, dopo le prime due giornate, i tennisti locali si trovavano in vantaggio per 2/1, grazie alle vittorie di Cilic (proprio contro Delbonis, che aveva comunque offerto una prestazione sopra ogni aspettativa, costringendo il numero 6 al mondo al quinto set) e nel doppio del sabato, quando lo stesso tennista nato a Medjugorje in coppia con Ivan Dodig, suo concittadino, con un palmarès in doppio di alto livello (vittoria al Roland Garros e finalista a Wimbledon, nonché ex n. 4 del ranking), avevano lasciato solo le briciole al duo argentino Del Potro-Mayer.
Il pubblico argentino, giunto a Zagabria massicciamente, ha fatto il resto. Il capitano Orsanic ha dichiarato che quello "albiceleste" è il miglior pubblico al mondo (riferendosi al tennis, ovviamente, e in particolare alla competizione della Coppa Davis, che esce per certi versi dai canonici schemi di questa disciplina) e, anche se in campo ci vanno i giocatori, parte di questa impresa va attribuita all'incessante incoraggiamento degli "aficionados".